Forse, alla fine, l’accordo si farà, e tutti si diranno felici e contenti, giocatore e dirigenti, ma per adesso gli intoppi ci sono e non sembra sia semplici superarli. Stiamo parlando della trattativa tra il Napoli e Inler: lo scoglio è rappresentato dai diritti di immagine, così pare, che De Laurentiis vorrebbe tutti per sé, mentre il giocatore gradirebbe un’altra soluzione. Piccolezze, si potrebbe pensare. In realtà, non è così. Perché Inler è un tipo tosto, uno che non molla facilmente e fa della serietà un punto fermo: la trattativa non si presenta in discesa. Per capire di che pasta è fatto il centrocampista svizzero è sufficiente ricordare due episodi. Il primo: siamo nell’estate del 2007, l’Udinese ha appena trovato l’accordo con lo Zurigo quando s’inserisce un altro club italiano che offre tanti soldi in più al giocatore. Risultato? Inler non ci pensa un attimo: «Ho dato la mia parola all’Udinese e lì voglio andare». Secondo episodio: estate 2008, dopo una buona stagione di Serie A arriva nella sede dell’Udinese la richiesta dell’Arsenal per Inler. I dirigenti convocano il ragazzo e gli prospettano il trasferimento: l’Arsenal è una big d’Europa, fa la Champions League, noi saremo soltanto in Coppa Uefa. Chiunque direbbe sì alla cessione, a 24 anni chi non sogna di giocare in Champions LLeague? Inler non ha dubbi, guarda in faccia i dirigenti e spiega: «Mi dispiace, signori, io resto all’Udinese. Non mi sento ancora pronto per giocare nell’Arsenal, è un club troppo importante per uno come me
Fonte: Gazzetta dello Sport
La Redazione
S.D.
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