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Cavani e Gargano raccontano Napoli a Ramirez. Dipendesse da lui, sarebbe già a Castelvolturno

Ramirez del Bologna sogna di giocare al San Paolo

Per lui gli esami davvero non finiscono mai. Ma Walter Gargano vi ha fatto l’abitudine, ormai. Sa di dover superare le solite diffidenze ed aspetta sulla riva del fiume. «Vediamo chi altro arriverà a centrocampo, quest’anno», sembra di ascoltarlo. Ogni estate, lo stesso ritornello. Intanto ha già invitato il suo procuratore, Pablo Bentancur, a sondare il terreno con il Napoli e capire quali sono le reali intenzioni del club: se dovesse crearsi un nuovo ballottaggio per un posto da titolare in cabina di regia, sarebbe propenso anche a prendere in considerazione un’ipotesi estrema. E le offerte non mancano. Soprattutto dalla Germania dove il «mota» conta estimatori al Wolsfburg come al Borussia Dortmund. I tedeschi hanno già provato a strapparlo al Napoli tempo fa. E anche lo scorso anno Gargano restò in bilico per un bel po’. Poi dopo gli acquisti di Dzemaili e Donadel si convinse che giammai avrebbe perso il posto a centrocampo. E difatti così è successo: trentatrè presenze in campionato, sette in Champions, tre in Coppa Italia e due gol all’attivo: uno al Genoa e un altro al Cagliari. Presenza irrinunciabile a centrocampo. Pedina preziosa per Mazzarri costretto a compensare i disagi di Inler sul piano della corsa. E quando in Champions è mancato lui, a Monaco di Baviera, contro il Bayern, il Napoli ha sofferto parecchio in fase di contenimento incassando tre gol nel giro di quaranta minuti. Gargano era infortunato quella notte. Un malanno muscolare peraltro che gli ha impedito di eguagliare il record stagionale di presenze in campionato, trentasei, stabilito per due anni di fila.

IL RIMPIANTO – Gargano, pur risultando tra gli stakanovisti per il minutaggio accumulato (2.551′), si trascina un grande rimpianto: aver saltato la finale di Coppa con la Juve per squalifica. «Nessuno mi aveva messo sul chi va là, altrimenti sarei stato più attento con le ammonizioni», aveva confidato prima della sfida dell’Olimpico. Eppure nella notte del trionfo si è unito ai compagni per festeggiare. Ha fatto baldoria nello spogliatoio. E ha cercato di convincere Lavezzi, suo compagno inseparabile, a restare ancora a Napoli. Niente da fare. Il Pocho aveva già deciso di cambiare aria. Non così suo cognato Hamsik e l’altro amico del cuore, Edinson Cavani. E sono loro due probabilmente a far desistere Gargano da strani propositi. Nonché la moglie Miska che a Napoli si trova bene e stravede per il piccolo Mati.
NAZIONALE ED OLIMPIADI – Dopo le quarantatrè partite giocate con il Napoli nelle tre competizioni, il «Mota» ha risposto con entusiasmo alla chiamata del ct Tabarez. E dopo i due pareggi per uno a uno nell’amichevole in Russia e contro il Venezuela in cui Gargano ha fatto panchina, domani nella gara con il Perù valida per qualificazione al Mondiale spera di avere un po’ di spazio nella cornice del Centenario. Intanto ha appreso ufficialmente dal cittì che sarà uno dei tre fuoriquota per le Olimpiadi. Esperienza gradita anche da Cavani che per ora è stato inserito solo nel listone dei trentacinque. «Saremo insieme anche a Londra, vedrai», ripete Gargano al Matador mentre Gaston Ramirez del Bologna si lascia raccontare da loro due come si vive il calcio al Napoli. Dipendesse da lui, verrebbe di corsa a Castelvolturno.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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