NAPOLI – Giravolte d’attacco: Portogallo, Spagna, Italia. Una giostra. Una giostra sulla quale il Napoli gira – e fa girare la testa – con una borsa piena di milioni ancora da investire soprattutto nel reparto che Rafa Benitez, nonostante tre uomini nuovi di zecca, ritiene incompleto. Anzi, per meglio dire, non del tutto completo. Manca un tassello, secondo le idee del tecnico, un uomo in grado innanzitutto di giostrare sulla trequarti e poi, all’occorrenza, di recitare anche da centravanti. Modello Higuain. Facile pensare a Jackson Martinez, allora. Facilissimo, considerando la stima dichiarata, impacchettata e spedita pubblicamente da casa azzurri: il problema, però, è il Porto. «Non corriamo dietro alle operazioni difficili». Parola, pesantissima, del ds Bigon. Leggermente meno complesso, allora, è correre (metaforicamente) dietro Alexis Sanchez, altro super obiettivo con qualità altrettanto super e la famosa adattabilità: anche in questo caso, però, bisognerà convincere il Barcellona ad accettare l’idea di una formula alternativa. Tipo il prestito oneroso. In mezzo ai due? Alessandro Matri. L’ariete e punto e basta. Ma questa è un’altra storia. Che difficilmente prescinde dalla questione di Zuniga.
SQUADRA COMPLETA – E allora, le ultime. Da Milano, dove ieri è sbarcato uno dei manager di Jackson, Luis Manuel Manzo, a Napoli, dove invece fino a notte è stato impegnato, insieme con il resto della squadra al San Paolo, Bigon. Prodigo di resoconti: «Il bilancio sulla campagna acquisti sarà stilato a fine stagione, ma per il momento posso dire che la squadra è praticamente fatta». Basta così, davvero? «Mancano una o due pedine, ma c’è ancora un bel po’ di tempo prima della chiusura delle operazioni: ora conviene fermarsi un po’ a guardare e a valutare cosa offre il mercato».
STOP MARTINEZ – Dichiarazioni ufficiali, raccontate al mondo in diretta a margine dell’esordio del nuovo Napoli al San Paolo, di una certa importanza. Di una certa valenza. Soprattutto quando il mirino si sposta su Jackson Martinez. Il ventiseienne attaccante colombiano sarà avversario degli azzurri a Londra tra cinque giorni, nella seconda giornata dell’Emirates Cup con il Porto, il Galatasaray-bis e i padroni di casa dell’Arsenal, e dunque sarà certo quella un’ottima occasione di osservarlo da vicino e, magari, di chiacchierare con i dirigenti portoghesi. Paralizzati, come ha raccontato il presidente Pinto da Costa, sulla posizione inderogabile di non cederlo. Fermo restando un’operazione in stile Lavezzi&Cavani-Psg: pagamento della clausola rescissoria, da 40 milioni di euro, e via. Bigon chiarisce: «E’ una situazione complicata, e noi non siamo abituati a correre dietro alle operazioni difficili. Non lo abbiamo mai fatto». Una storia in stile-Damiao. Appuntamento alla prossima puntata.
CHE MARAVILLA – L’attesa, dunque, dovrà portare consiglio e consigli di mercato. Magari anche con vista sul Barça, dove da un paio di stagioni staziona un giocatore che faceva impazzire il club: Alexis Sanchez. Il Maravilla ancora piuttosto Nino, dall’alto dei suoi 24 anni, e dopo la rivoluzione tecnica obbligata in Catalogna sotto la lente del Tata Martino. Suo antico estimatore. L’abbondanza barceloneta, però, è nota, e dunque con una serie di argomenti importanti la pista Sanchez potrebbe decollare: l’idea di fondo, comunque, è lavorare sul prestito oneroso. Il cileno piace eccome.
fonte: Corriere dello sport
La redazone
F.G.
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