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Facundo Ferreyra, il Napoli ha una nuova idea

Avanti sullo stesso binario di questi ultimi anni, nel pieno rispetto di una politica aziendale che ha già prodotto risultati prestigiosi. De Laurentiis ha saputo costruire in poco tempo un Napoli competitivo e all’avanguardia, un modello di modernità a livello sportivo e imprenditoriale. Investimenti massicci e intuizioni geniali, con uno sguardo sempre attento nei confronti dei giovani talenti.

LE MANOVRE – Strategie ambiziose che sono state sintetizzate nei giorni scorsi da un messaggio del presidente: «Vogliamo scoprire in anticipo i nuovi Hamsik, Lavezzi e Cavani». Non c’è solo la ferma volontà di tenere blindati i tesori di un Napoli che fa sognare in campionato e in Champions League, ma c’è anche il desiderio di anticipare la concorrenza sui pezzi pregiati del futuro. Una struttura, quella creata da De Laurentiis, in costante azione sul mercato europeo e sudamericano.

LA PISTA ARGENTINA – Nel ventaglio dei nomi più seguiti c’è Facundo Ferreyra, vent’anni, centravanti del Banfield, club di un sobborgo di Buenos Aires che ha contribuito in passato alla crescita di giocatori di spessore come Javier Zanetti, Julio Cruz, Mauro Camoranesi e Rodrigo Palacio. Titolare della nazionale argentina Under 20, guidata da Walter Perazzo, Ferreyra ha partecipato al recente Mondiale di categoria, vinto alla metà di agosto dal Brasile in finale contro il Portogallo. Nella fase a gironi ha segnato un gol alla Corea del Nord (3-0).

LE CARATTERISTICHE – Compagno del romanista Erik Lamela, di Juan Iturbe (stella del Porto) e di Roberto Pereyra (ex River Plate, ora all’Udinese), Ferreyra è un attaccante che i giornalisti argentini hanno avvicinato, per caratteristiche, al cileno Marcelo Salas, ex Lazio e Juventus. Stacco di testa, grande velocità nei movimenti, furbizia in area di rigore, altruismo. Può fare la prima punta, ma è in grado anche di agire da esterno. E’ bravo nelle sponde, apre il corridoio ai centrocampisti che provano a inserirsi, è difficile da marcare proprio per la sua rapidità. E’ agile, sa girarsi in un fazzoletto di pochi centimetri. Elegante e spietato.

I NUMERI – Trenta presenze e sette gol nel campionato argentino, nei Tornei di Apertura e Clausura, dal debutto del 22 novembre del 2008 contro l’Huracan, con Miguel Jerez, all’ultima partita con il Lanus (1-2). Brillante il suo biglietto di presentazione, lungo l’elenco degli estimatori. Il prezzo del suo cartellino oscilla fra i quattro e i cinque milioni di euro. Il presidente del Banfield, Carlos Atilio Portell, sta lavorando per provare a trattenerlo almeno fino a giugno. Ma la squadra attraversa un periodo complicato: è ultima in classifica con l’Estudiantes nel Torneo di Apertura, dieci punti in quattordici gare, solo tre vittorie (contro l’All Boys, il Newell’s e l’Independiente). Domani sera tornerà in campo per affrontare l’Estudiantes in trasferta, mentre nelle ultime tre giornate giocherà con il Boca Juniors, il Belgrano e l’Arsenal Sarandì.

LA CARRIERA – Ferreyra rappresenta il fiore all’occhiello del Club Atletico Banfield, fondato nel 1896 da un funzionario inglese della “Gran Ferrocarril Sur”, una compagnia ferroviaria. E’ nato il 14 marzo del 1991 a Lomas de Zamora, in provincia di Buenos Aires. E’ alto un metro e 80, pesa 70 chili, ha un contratto fino al 30 giugno del 2014. Sulla maglia ha scelto il numero diciotto. Lo cerca il Napoli, piace alla Juve, al Valencia e al Newcastle.

I SUOI GOL – Si è fatto conoscere quando aveva diciassette anni, alla sua seconda presenza in campionato ha trovato subito il gol: era il 6 dicembre del 2008, pareggio (2-2) con l’Argentinos Juniors di Nestor Gorosito. Ha realizzato le altre sei reti nel Clausura 2011 contro il Tigre (2-1), l’Arsenal Sarandì (1-0), il Quilmes (3-4), il Racing di Avellaneda (3-1), l’All Boys (3-1) e il San Lorenzo (1-1). L’avventura nel Mondiale Under 20 in Colombia ha contribuito a farlo conoscere all’estero: un viaggio interrotto nei quarti di finale, dopo la sconfitta (4-5) ai calci di rigore contro il Portogallo. Fatale l’errore dal dischetto del terzino Nicolas Tagliafico, classe 1992, cresciuto come lui nel Banfield.

IL LEGAME – Ha sempre giocato nel Banfield, che lo ha tesserato nel 1998: un vincolo profondo. Ferreyra è entrato nella scuola-calcio della società bianco-verde all’età di sette anni. A inserirlo nel gruppo della prima squadra, più avanti, fu Jorge Burruchaga, ex centrocampista, campione del mondo nel 1986 in Messico con la nazionale argentina di Diego Maradona e Carlos Bilardo. Ferreyra ha dimostrato, fin dalle giovanili del Banfield, di avere una marcia in più. Adesso è allenato da Ricardo La Volpe, che era il secondo portiere – la riserva di Ubaldo Fillol – nel 1978, quando l’Argentina conquistò il titolo mondiale con Cesar Luis Menotti in panchina. La Volpe è stato ingaggiato dal Banfield alla fine di agosto, dopo l’esonero di Sebastian Mendez: ha diretto in precedenza la nazionale messicana e quella della Costa Rica. Anche lui è convinto che Ferreyra sia destinato a una carriera di alto profilo.

IL SUDMAMERICANO U.20 – L’attaccante di Lomas de Zamora si era distinto già nel Sudamericano Under 20, prima del Mondiale di categoria. In Perù, dal 16 gennaio al 12 febbraio del 2011, aveva regalato colpi di qualità: tre gol nelle due gare con il Cile, un altro gol (su rigore) nella partita con la Colombia. Soltanto Neymar, il fenomeno del Santos, ha segnato di più, nove volte, trascinando al trionfo il Brasile di Ney Franco.

La Redazione
C.T.

Fonte: Corriere dello Sport

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