I primi bilanci della stagione partenopea, le potenzialità di Insigne e lo sliding doors di Marco Verratti. Questi sono alcuni degli argomenti toccati in esclusiva con IamNaples.it dall’agente Fifa e avvocato vastese Carlo Della Penna. Ecco come ha risposto alle nostre domande:
Ha potuto ammirare da vicino il Napoli nel ritorno degli ottavi di finale di Europa League contro il Porto, quale è stata la sua impressione?
“Inizio facendo i ringraziamenti ai ragazzi che mi hanno ospitato in Curva A. Parlando di campo, Benitez ha fatto una scelta coraggiosa, ovvero quella di escludere dalla formazione titolare due elementi importanti come Callejòn ed Hamsik. Se la squadra avesse concretizzato parte delle numerose occasioni costruite, tutti avrebbero parlato di strategia perfetta dello spagnolo. In quel caso è venuto a mancare sotto porta un attaccante di primo livello come Higuain, oltre che un apporto sostanzioso dei centrocampisti. Un mix negativo che ha portato al risveglio del Porto nella ripresa. Partite di questo tipo sono comunque necessarie per la maturazione completa di un gruppo vincente”.
Cosa manca alla squadra partenopea per poter superare l’ultimo gradino e raggiungere un successo prestigioso?
“De Laurentiis deve intervenire su più piani. Innanzitutto deve essere realizzata la famosa Scugnizzeria per i ragazzi del settore giovanile: il Napoli non può farsi sfuggire ogni anno 40/50 ragazzi promettenti della propria da terra da squadre esterne. Strutture per la crescita dei giovani sono indispensabili, ancor di più in una regione con un grande bacino come la Campania. Devono poi essere acquistati calciatori di primo livello: Sagna, il quale è a scadenza di contratto con l’Arsenal, sarebbe ad esempio un ottimo investimento per la corsia esterna. Si è parlato tanto di calciatori come Agger o Skrtel, ma di concreto non c’è stato nulla. Prenderei Fernando a centrocampo, calciatore che ha dimostrato anche nello scontro diretto di poter fare la differenza. Lo stesso Mascherano aumenterebbe lo spessore del reparto centrale del campo. Sono favorevole poi ad un’eventuale cessione di Hamsik: lo slovacco ha perso lo smalto dei tempi migliori e bisogna capire se le sue prestazioni negative sono dovute al non perfetto inserimento nel 4-2-3-1 disegnato dall’allenatore spagnolo”
Come giudica nel complesso la prima stagione di Benitez alla guida del club di De Laurentiis?
“I suoi risultati potevano e dovevano essere diversi già da quest’anno. Sono convinto comunque che possa nascere una solida collaborazione ed integrazione in un progetto con De Laurentiis, a patto che vengano sviluppati i punti esaminati in precedenza”.
Ha osservato con attenzione Lorenzo Insigne nel Pescara di Zeman. Come valuta il suo processo di crescita nel Napoli? Giocare da esterno alto nel 4-2-3-1 lo penalizza?
“Lorenzo ha fatto il salto di qualità a Pescara, diventando un calciatore decisivo oltre che importante. Nel Napoli ha una concorrenza di altissimo livello, vedi Callejòn e Mertens. Ha dimostrato di poter giocare nel 4-2-3-1 di Benitez, anche se deve incidere di più e con maggior continuità”.
Anche Marco Verratti è esploso a Pescara e sono circolate molte voci sul suo mancato approdo a Napoli. Lei che ha fatto parte del suo entourage cosa può dirci a riguardo?
“Marco ha mezzi da giocatore di prima fascia, ma deve ancora realizzare il suo grande potenziale. Gioca da titolare nel Paris Saint Germain con molta personalità ed è un classe ’92. Allo stesso modo un centrocampista come Pogba, classe ’93, è titolare nella Juventus ma ha già la capacità di determinare il risultato delle gare: aspetto fondamentale per poter essere considerati campioni a tutto tondo. Sono convinto quindi che la crescita di Verratti non è ancora terminata, sia dal punto di vista tecnico che caratteriale. Per quanto riguarda le situazioni di mercato, posso dire che la possibilità di una cessione al Napoli è maturata particolarmente nella società Pescara e non nell’entourage del ragazzo. C’era un accordo di massima con la Juventus e dall’altra parte Mazzarri pensava di prenderlo e lasciarlo un altro anno in Abruzzo. Questa volontà dell’allora allenatore del Napoli non ha rappresentato comunque l’aspetto decisivo che ha fatto saltare la trattativa: quando arrivano gli sceicchi con 12 milioni di euro…”.
A cura di Antonio Fusco
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