Ni, no, anzi sì: perché il mercato rimane un’appassionante storia da ritoccare ogni giorno e i romanzoni popolari del calcio che infiammano l’estate prevedono sorprese in ogni pagina. Il top player che s’aggira nell’afa e prima compare e poi si dissolve manco fosse un miraggio è Alvaro Daniel Pereira Baggaran (27), un indiavolato che solitamente sta a sinistra – e nell’emergenza pure a destra – e sul quale il Napoli s’è lanciato con decisione un mese fa, rimanendo poi a seguire come un’ombra le evoluzioni lusitane: qui Castelvolturno, a voi Oporto, perché la patata «bollente» d’un affare da svariati milioni di euro è ormai decisamente tra le mani di Pinto da Costa, il presidente d’un club dal quale l’uruguaiano vuole evadere per provare nuove emozioni attraverso un altro calcio. Però è calciomercato e quindi il feuilleton diventa incandescente, introduce figure inaspettate, scatena intrecci imprevedibili ed alleanze inattese: l’Inter, un’amica, ascolta, riflette e poi si rimette a bordo pista ad attendere che qualcosa accada; e però intanto il «giallo» è più denso.
AZZURRO…– La verità è una utopia, in vicende così complesse, ma la ricostruzione del puzzle attraverso alcuni indizi delinea un panorama che prevede inevitabili smentite e che però è assai prossimo alla realtà: Alvaro Pereira compare nel progetto-Napoli, all’incirca, un mese fa, quando arrivano in Italia le prime voci di dissenso tra l’uruguaiano e il Porto. Primi contatti con gli agenti del calciatore: si può fare. Primi messaggi a Pinto da Costa: discutiamone. Prime sollecitazioni e primissime reazioni positive dell’esterno sudamericano, che al san Paolo sa di trovare Cavani, Gargano e Britos, dunque un habitat naturale nel quale inserirsi con immediatezza. La volontà di Alvaro Pereira emerge d’istinto e ciò facilita il dialogo con il suo manager, Flavio Perchman, che a microfono spento a Kiss Kiss ammette « la chiacchierata » e infila nella mischia « pure la Juventus »: ma a volte una stretta di mano vale più di una firma e dunque in quell’appuntamento mai negato e sfociato in un caloroso arrivederci c’è un (quasi) sì al progetto-Mazzarri. Ma la palla passa ormai in sede: che si avvicinino le società.
LE CIFRE– La fase due prevede l’ingresso in scena delle società e i contatti tra club cominciano a concretizzarsi: il Porto vuol vendere Alvaro Pereira, verificata ormai l’allergia dell’uruguaiano a restare, e il Napoli ha l’intenzione (seria) di andare ad arricchire il proprio organico d’un calciatore di così rilevante spessore internazionale. Ma i quindici milioni che Pinto da Costa pretende vengono ritenuti un’enormità: De Laurentiis abbassa la cifra, si spinge – al massimo – sino a undici milioni, pagabili in due anni attraverso un artificio: il prestito con diritto di riscatto obbligato. Ma niente aste, semmai la possibilità di sedersi intorno ad un tavolo per limare la spesa e riuscire a far convergere le rispettive necessità.
IL NERAZZURRO– I rapporti tra Porto e Inter sono solidi, consolidati negli anni attraverso le cessioni di Quaresma prima, di Guarin poi e confermati dalle consultazioni assolutamente amicali relative a Fernando: su Alvaro Pereira è concentrata una telefonata di lunedì sera che apre per un po’ ad ulteriori scenari e che dà l’impressione di aprire a una corsa folle, con rialzo, con impennate, con bracci di ferro dai quali il Napoli si tiene fuori per osservare e riflettere sull’ultimo contatto – dell’altro giorno. Il Porto è l’unico padrone del destino della vicenda, mentre Bigon sistema Chavez in Argentina, all’Almirante Brown, e De Laurentiis riflette sui contenuti economici di un’operazione che al Napoli va di genio però senza lasciarsi prendere per la gola. Le ciliegine per la torta mica possono mandare di traverso un bilancio…
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.F.