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Dzeko o Torres, i bomber per il dopo Cavani?

L'attaccante spagnolo seguirebbe Benitez, il tecnico lo ha rigenerato

Si scrive Cavani e però non si riesce a leggere un bel niente nel futuro: ma il passato che ritorna, e galleggia su quell’onda anomala dei centoquattro gol, è l’estasi e anche un po’ il tormento. AAA cercasi bomber, però senza disperarsi più di tanto: perché in quel contratto con scadenza 2017, la clausola rescissoria è di sessantatré milioni di euro, una fortuna avvicinabile da sceicchi trapiantati nella Manchester del City o da Real Case, e quel che resta allo stato attuale è la speranza che nessuno senta il bisogno di spingersi a tanto, di osare e di convincere Sua Maestà il bomber. L’uomo dei sogni è quel centravanti spettacolare che ha così pochi pari nel mondo ma, intanto, meglio guardarsi intorno, studiare e provare a scarabocchiare un Napoli con e senza el matador : perché nel ventaglio delle ipotesi va incluso qualsiasi scenario, anche il più doloroso. 

NUMBER ONE – In principio era Pablo Daniel Osvaldo (27), quel genio così sregolato capace di segnare a prescindere, pure in una stagione divenuta straziante: ma la fase d’avvicinamento ha lasciato intuire che sarà complicato riuscire a convincere l’argentino a spostarsi a Sud della Capitale. Mai dire mai, comunque: e Pablo Daniel Osvaldo rimane un’opzione di primo piano. Al fianco di Edin Dzeko (27), un gigante sul quale poggiare le proprie chanche, un conoscitore delle insidie dell’alta società calcistica, un omone in grado di far reparto da solo (4-2-3-1?), un finalizzatore che sa far reparto anche da solo. Dzeko è anche l’eventuale pedina di scambio da utilizzare dal Manchester City per cercare di risparmiare qualcosina in contanti e dunque diviene un elemento-chiave nello sviluppo d’un mercato che viene sistematicamente monopolizzato dai goleador. 
«BIMBO» – Dal matad’or al Niño: il passo breve non è ma non siamo neanche nel campo delle suggestioni. Le prime perlustrazioni per un erede (o un partner) del Re del gol hanno spinto ovunque e la comparsa all’orizzonte di Rafa Benitez ha ovviamente suggerito di andare a raschiare il fondo delle conoscenze dirette di un tecnico che ne ha avuto di fuoriclasse alle sue dipende: Fernando Torres (29) è uscito dal cono d’ombra nel quale era piombato proprio in quest’annata bagnata poi con lo champagne della Europa League e con la qualificazione in Champions. L’empatia tra spagnoli deve avere avuto un ruolo tutt’altro che marginale e l’ultimo Torres è riuscito a splendere come nei momenti migliori d’una carriera che pareva sprecata e che invece può essere ancora lunga e prosperosa. E infine, valga per lui come per altri, il curriculum vitae prestigioso, nel quale non manca praticamente nulla: campione d’Europa e campione del mondo, la Champions, l’Europa League, un podio nella classifica del pallone d’oro (alle spalle di Cristiano Ronaldo e di Messi nel 2008), tutti top club nella sua carriera professionale nella quale però resta ancora un vuoto da colmare: la conquista di uno scudetto. E poi un Niño (de oro) a Napoli…. 
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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