Maurito, lo chiamerete Maurito: e, tanto per gradire, sarà come tornare un po’ indietro, al pocho e sino a Diego, e poi più in là ancora, perché l’epicentro d’un sogno resta Buenos Aires. Maurito, richiameranno Maurito: l’autentica «ossessione» di Aurelio De Laurentiis, che negli slanci recenti da talent scout ha osservato, ammirato ed infine s’innamorato di quel terribile bomber presentatosi a petto in fuori in serie A. Maurito, sarà (molto probabilmente) la Napoli di Maurito: perché mentre nell’aria s’avvertono i rintocchi del Big Ben e le reminiscenze d’un mercato faticoso, stressante e dispendioso, all’orizzonte c’è un affare largamente annunciato, saltato solo perché il suono del gong era ormai imminente e non concedeva di chiudere il cerchio.
IN POLE POSITION – Maurito Icardi è l’enfant prodige monitorato e poi avvicinato ed infine «moralmente» opzionato con una mossa a sorpresa ed un’offerta sontuosa, capace di far vacillare la Sampdoria e di mandare in tilt pure i manager, che alla fine non hanno saputo decidere o non hanno voluto: dieci milioni sull’unghia per prendere l’argentino, altrimenti cinque per assicurarsene la metà e lasciarlo nella Genova blucerchiata per quest’altro semestre. Il tempo è un galantuomo e finirà per rimuovere pure le pause di riflessioni richieste dal procuratore del bomber sudamericano, l’ultimo ostacolo prima di approdare ad un sì che sembra quasi scontato.
BRACCIO DI FERRO – Ma il calciomercato è però insidiosissimo e quel che resta per lanciarsi nelle trattative dell’estate del 2013 è un periodo sufficiente per garantire la possibilità alle concorrenti – la Juventus e l’Inter innanzitutto – e per riaccreditarsi con soluzioni almeno altrettanto favolose: ma, allo stato attuale, il Napoli è un passo, o anche due e perché no tre, avanti. La consapevolezza di doversi misurare in un braccio di ferro è indiscutibile, ma il lavoro e la proposta shock di De Laurentiis rappresentano una sorta di garanzia.
RITMO SAMP – E con la Samp si può allargare il campo delle discussioni, perché Obiang resta uno dei centrocampisti preferiti, dal profilo straordinariamente ideale e in linea con il progetto societario: la voglia di prenderli entrambi è concreta, e mediano e centravanti assieme costituiscono i due giovani «assi» nella manica di un Napoli che non intende derogare dai propri principi, che procede seguendo il proprio corso e una strategia che nell’ultimo decennio (circa) ha prodotto utili ovunque.
UN’ISOLA – Ma c’è dell’altro, nei taccuini e nel data base: c’è, tanto per rifare un nome, il cagliaritano Nainggolan, che venerdì notte, all’Olimpico di Roma, ha genuinamente confermato ciò che si sapeva da un bel po’. «Il mio procuratore m’ha riferito dell’interesse del Napoli nei miei confronti». Una folgorazione, in sintesi: da 15 milioni di euro per avere il mediano belga e con lui Astori, una tentazione alla quale Cellino ha saputo resistere. Però poi verrà anche giugno e Nainggolan, volendo, potrebbe ritrovare spalancate le porte di Castelvolturno: ma dall’uscio di quel Centro Sportivo proiettato nel futuro, ci sono innanzitutto le tracce di Maurito, quelle di Obiang.
CIAO CIAO – Argentini che (forse) arrivano, argentini che sicuramente salutano: è scritto da due mesi che Hugo Campagnaro sia dell’Inter, guarda un po’ proprio dalla settimana in cui il Napoli approdò a san Siro e scoprì che il difensore sudamericano s’era promesso, attraverso il proprio procuratore, Mazzoni, ai nerazzurri. Ora che i regolamenti consentono persino di firmare e dunque di rendere pubblico ed ufficiale ciò che prima veniva ritenuto solo ufficioso, Campagnaro diventerà interista e però resterà con il suo elevato senso di professionalità a restare un caposaldo di questo Napoli. Poi comincerà la sua nuova vita da calciatore.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.