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De Laurentiis e l’esterno da comprare: “Serve un ambidestro, stiamo valutando se…”

De Laurentiis, la domanda si ripete sistematica…
«Il nostro mercato è cominciato nel gennaio scorso, quando abbiamo investito dodici milioni di euro per Vargas, il cui utilizzo è stato correttamente centellinato. Quello, se permettete, è un acquisto».

E poi, ora, Behrami e Gamberini.
«Li abbiamo seguiti per un bel po’, due mesi, poi abbiamo rotto gli indugi. Rinforzano difesa e centrocampo, piacevano a Mazzarri, hanno esperienza. Stavolta siamo andati a prendere calciatori già pronti per l’uso».

Il sogno popolare rimane l’attaccante.
«Ma io Jovetic potrei anche andare ad acquistarlo: stacco un assegno da trenta milioni di euro e forse si fa. Ma ditemi: chi buttiamo fuori, poi, Insigne? Io capisco perfettamente i tifosi, che ragionano con la mano sul cuore: vanno rispettati per questo. Ma, sempre per rispetto, va loro spiegata la realtà. La bottega del Napoli è sempre aperta, questo copyright è mio, però con Bigon abbiamo deciso: si cercheranno elementi promettenti, poi si deciderà se tenerli o farli maturare altrove».

E il «buco» sulla fascia?
«Sappiamo che serve un ambidestro e stiamo valutando se puntare su un calciatore nel pieno della maturità, un trentenne, un trentunenne, o su un ventiduenne da aspettare».

Uno degli identikit tracciati pare quello di Balzaretti.
«Ho parlato con Zamparini ed eventualmente per chiudere la trattativa, visti i nostri rapporti di amicizia, ci servirebbe un minuto. Però Balzaretti ha un assetto familiare tra Parigi – dove vive la sua compagna – e Palermo. E ha una bambina. Non posso permettermi di forzare la mano all’uomo, nei cui rapporti e nelle cui responsabilità non posso entrare».

E’ il momento di Insigne.
«Me lo ha chiesto mezzo mondo e ho detto no. La platea giusta per lui è Napoli. Non averlo comprato, inquina le valutazioni globali sui nostri programmi: e allora, fate finta che l’abbia pagato qualche milione di euro. Io di Lorenzo non sono stupito per niente e per dimostrare che sono avanti, rispetto al comune pensiero, vi dico semmai che mi sta meravigliando suo fratello Roberto, ch’è nella nostra primavera».

Torniamo all’analisi della vostra estate.
«Questo calcio a volte è veramente buffo: 12 milioni per Vargas a gennaio, poi dieci alla Fiorentina per Behrami e Gamberini e 7 all’Inter per avere Pandev, un gran giocatore. Totale: 29 milioni, se non sbaglio…».

Due Napoli per…? «Allestiremo formazioni in grado di poter riconquistare la Champions ma anche di rappresentarci in maniera più che onorevole in Europa League, quella gaffe platiniana che produce solo 200 milioni di euro complessivi rispetto al miliardo e mezzo della vecchia coppa dei Campioni. Tante cose andrebbero riviste, ma a volte faccio finta di niente, altrimenti mi viene il mal di pancia: continuo però a chiedermi che senso abbia il ripescaggio in Europa League delle eliminate in Champions».

A proposito, domandina su Cavani…
«Tante chiacchiere, perché da me non si è mai presentato nessuno. L’universo economico è in evoluzione, dal Brasile i calciatori non vanno più via. Due club sono legati agli sceicchi; poi c’è un russo che investe moltissimo. Il Vecchio Continente è in sofferenza, così come gli Stati Uniti. Tra dieci anni sarà il momento dell’Africa. A Parigi stanno costruendo una grande squadra, vero; però la gran parte rispetta il fair paly finanziario».

E pure una su Gargano..
«Ho un serio rapporto con Walter. S’è napoletanizzato. Ha personalità, chiede il confronto. Ma la sua fedeltà non va messa in discussione. E’ un devoto».

Aspettano De Laurentiis in Scozia, ai Rangers…
«Un suggerimento che mi diede nel 2005 Pierpaolo Marino. Ma il calcio va vissuto nelle realtà vive e vivaci, d’Europa oppure del Sudamerica; sto ristrutturando la mia azienda cinematografica, quando accadrà qualcosa pure nel football, lo confesserò».

Mai pensato a un socio, come sembra stia facendo Moratti?
«Sono amico di Massimo e se ha reputato giusto e corretto una apertura del genere avrà i suoi buoni motivi. Io sono un cavallo che corre da solo».

Tormentone stadio: ipotesi Ponticelli…
«Magari ci andranno a giocare con qualche altra squadra. Io vado al san Paolo o dove decido io. Non parlo con il sindaco De Magistris per non dargli dispiaceri: ha detto che prima che scada il mandato, Napoli avrà un suo stadio. Mancano ancora quattro anni, alla data fissata. E comunque non giocherò in una struttura che non ho ideato e creato io».

 

 

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

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