AAA attaccante cercasi: però così, moderatamente, perché in quei sedici metri destinati alla gloria, c’è già un uomo dei sogni che manda in estasi la Napoli di De Laurentiis. «Eh sì, se resta Cavani non arriva nessun altro». Il mondo visto dalle spalle enormi del matador, da quella vetta di centoquattro reti (in tre anni) è un punticino azzurro che si perde tra realtà e fantasia: però la verità, inutile nascondersi, è affidata agli sceicchi o al Real Madrid, al Bayern Monaco o a chi metterà mano al portafoglio, tirerà fuori il blocchettino degli assegni e apporrà bello e rotondo quel 63 che sta per milioni d’euro.
PIANO A…LTO – Cavani è il mito, l’idolo di una folla innamorata persa ma anche il soggetto dei desideri di chiunque abbia la possibilità di sedurlo con il proprio fascino e assecondando in quel che campeggia nel contratto firmato nello scorso agosto: c’è una clasuola rescissoria, il resto è strategia allo stato puro e la ricerca (eventuale) di un’alternativa etichettabile come top player, un gigante buono, ma per davvero, come Edin Dzeko (27), il bosniaco dal gol facile che De Laurentiis ha già chiesto al City tra le pieghe d’una trattativa ufficialmente aperta e comunicata in pubblico: «Sono dieci mesi che mi chiedono Cavani, che mi fanno una capa tanta: io so fare banco in un secondo e allora ho chiesto a Bigon di negoziare Dzeko».
PIANO, PIANO – Il resto va tenuto secretato, rigorosamente, e finché si può: ma Pablo Daniel Osvaldo (27) non è mai stato depennato dall’elenco dei bomber da mille e una notte e fa niente che la “dolce vita” gli sia assai gradita: il talento e indiscutibile e quella faccia da amabile guascone sembra facilmente integrabile tra gli scugnizzi di una Napoli che con gli argentini ha sempre avuto il debole e sempre ne avrà. Ma non finisce qua, perché i radar arrivano ovunque, persino (soprattutto) nella Londra di Benitez: Fernando Torres (29) ha un’età lievemente distante dai parametri, ma ha un curriculum vitae da far impallidire e con Rafa Benitez ha ritrovato la verve perduta. Impossibile ignorarlo, men che meno adesso.
BLUES – Ma Londra è vasta, multietnica e offre genietti di varia nazionalità: Ramires Santos do Nascimento (26) – per il calcio semplicemente Ramires, quello del gol con il cucchiaio al Barcellona – è stato accostato al Napoli ancor prima che spuntasse all’orizzonte la sagoma d’un señor della panchina d’azzurro vestito: e se dovesse essere 4-2-3-1, come pure sembra, meglio crederci. Così come val la pena di soffermarsi su Alessio Cerci (26), estroso sino all’eccesso, però uomo in grado di cambiare (persino da solo) gli equilibri.
INDIETRO TUTTA – Ma il momento del mercato verrà poi, però è già abbastanza chiaro che la domanda sorgerà spontanea: e la difesa? La scelta ribadisce la teoria di De Laurentiis: «Non mi farò condizionare dalle preferenze tattiche del nuovo allenatore». Dunque, a quattro: Benatia (26) dell’Udinese resta una priorità, ma da affidare alle valutazione dell’allenatore spagnolo; Astori del Cagliari (26) ha invece familiarità con l’interpretazione del ruolo all’interno degli schemi: lo vogliono in Inghilterra e anche all’Atletico Madrid, ma quando a gennaio ci fu il primo contatto – e l’offerta da 15 milioni di euro per avere anche Nainggolan – ciò che rimase fu un patto tra gentiluomini. Ne parleremo in estate, comunque: fa già caldo e il mercato non ha neanche aperto le sue finestre…
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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