È ormai il tempio dell’utopia: grandi idee, mentre si trascina la trattativa per rifare la convenzione del 2009 che tra un anno scade. La realtà registra incontri, frecciate e annunci. Un copione vuoto, recitato da un sindaco loquace, ancorato però ai vincoli ferrei di un ente pubblico, e agli interessi di un privato intraprendente, Aurelio De Laurentiis. Più interessante l’altro cantiere: il Napoli cambia con la flemmatica tenacia di Benitez. Che si comporta da manager. All’inglese. Sul ponte di comando occupa quasi tutti gli spazi. «Sono un allenatore di 53 anni e per sei sono stato in Inghilterra». Fu chiaro il primo giorno a Castel Volturno. Sua la scelta dei giocatori: non è certo un male, dopo le infelici esperienze di mercato degli ultimi anni. Mesto e Donadel, sollecitati non si sa bene da chi, aprono la lista di sbarco. È spiazzato l’ufficio scouting, non Bigon che si è già adeguato: braccio operativo di Benitez in buona sintonia. L’altro è Manuel Garcia Quillon, avvocato sessantenne, in buoni rapporti con il Real Madrid, è suo José Maria Callejon, il ventiseienne esterno destro andaluso in arrivo. Anche il portiere brasiliano Rafael fu indicato dal manager, che ha visto tutte le ultime partite del Napoli. Qualche pausa di Maggio e De Sanctis non gli è sfuggita. La bella partita di Maggio con la Spagna, durante la sfortunata semifinale della Confederations Cup che si è appena disputata in Brasile, va discussa ed esaminata. L’esterno ha ripreso quota. Ritrova accelerazioni sulla fascia, spunti in corsa, tempismo. Da rivedere dunque il giudizio. L’anno scorso l’eccesso di fiducia, l’ostinata conferma di modulo e formazione, la corrente di stima con il tecnico Mazzarri non lo hanno favorito. Ma, piuttosto, portato allo stremo. I turni di riposo, invece, avrebbero restituito Maggio alla sua forma e la squadra a migliori equilibri. Si può già intravedere il Napoli, in fase di ricostruzione. Sistemati i portieri, con l’ombra di Rafael sui guanti di De Sanctiis, il Napoli acquisterà due difensori. La linea a 4 offre un posto a Maggio, da scegliere un partner centrale di Cannavaro e il quarto a sinistra. Zuniga e Armero si candidano. Nel 4-2-3-1 di Benitez c’è un posto libero nel tandem davanti alla difesa, accanto a Berhami, se Inler non ritroverà la sua dimensione, mediano un po’ lento, ma di sostanza e sufficiente qualità. Il terzetto dietro la punta è già fatto: abbonda. Con Hamsik pilota in un ruolo di grande responsabilità, sulle zone esterne Benitez avrà a sinistra Insigne, Mertens destro che sa partire da sinistra, Armero, a destra Callejon, il Maggio visto con la Spagna. Non sarà un titolare indiscusso Pandev, potrebbe inserirsi in assenza di Hamsik al centro. Si annuncia un gioco spettacolare sulle fasce: non vi saranno esterni con rettilinei da 70 metri, ma coppie da 30-35 ciascuno. I laterali di difesa entrano in combinazione con gli esterni. Opportunità splendida per Insigne che non sarà più soffocato in massacranti rientri. Per l’attacco il Napoli è fermo: il nodo è Cavani. Rimane o se ne va, e chi al suo posto? Il bomber da 104 gol in tre stagioni si comportava quasi fosse ostaggio del Napoli. Tutt’altro. È il Napoli prigioniero di Cavani, delle sue frenetiche trattative con altri club, dei disinvolti e forse inesperti agenti. Cavani ottenne la clausola rescissoria di 63 milioni quando allungò il contratto fino al 2017, superando i 5,4 annui netti. Voleva andar via già un’estate fa. Ma solo dalla Russia era arrivata un’offerta fumosa di 50 milioni, un’altra di 45 dal Manchester City. Il suo staff evidentemente gli ha fatto sognare luna e stelle finora. Ma la valutazione di Cavani non può essere quella dei 28 gol nella seconda squadra italiana. Non basta. Assente in Champions e nella fase finale di Europa League, non ha valutato gli effetti della sua chiacchierata stagione. Il Chelsea in particolare l’ha seguito passo passo: il rapporto delle sue spie dà molto rilievo al divorzio imminente, alla causa annunciata dalla moglie con probabile lite giudiziaria su beni e assegni. Sarà sereno? Nella relazione segreta vi sarebbero anche altri dettagli: i silenzi negli spogliatoi, quel suo astrarsi da sognatore tormentato, l’attenzione alle Ferrari, il nuovo legame con una ragazza della provincia casertana, il valore dei doni. Sono elementi, veri o fittizi, che concorrono alla decisione di un club prima di pagare 70 milioni, bonus compreso. Ma più di tutto, influisce l’andirivieni di agenti trafelati. Lo offrono a tutti. Nel calcio, come in amore, vince chi non si espone troppo.
Fonte: La Repubblica
La Redazione
L.D.M.
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