El niño è una maravilla: e pure ciò che ormai già danza nel pancione sempre gravido del mercato, in quella dimensione onirica che regna sovrana da gennaio a dicembre, in quell’aria frizzante, spumeggiante che un giorno sì e l’altro pure arricchisce l’orizzonte. E mentre è ancora distante l’eco del big ben con la quale ricominciare a trattare (ufficialmente, alla luce del sole), è sempre l’ora giusta per sussurrare in maniera assai “discreta” ciò che bolle in pentola, le ambizioni o le semplici idee, le tentazioni o un comunissimo pensiero sparso: è il calcio ed ogni mondo è paese e quel che adesso sembra una suggestione, dopodomani potrà diventare realtà allo stato puro, perché il calcio è scienza inesatta e non fantascienza e Alexis Sanchez è un piatto ricco (per pochi) e gustoso nel quale ficcarsi di slancio. Sapendo di poter ritrovare la sfida delle sfide: Napoli-Juve. Però ai bianconeri la Meraviglia piace, eccome. E piaceva da prima che andasse al Barcellona.
VOCI – Raccontano in Spagna, attraverso Fichajes.com, d’una sortita in fase embrionale del Napoli, d’una valutazione ancora da manifestare, d’un interesse latente per un attaccante rimasto sostanzialmente inespresso nel Barcellona dei miracoli ma che in Italia, a Udine, ha fatto sfracelli, caratterizzandosi per le giocate e per l’intelligenza: e però, a margine di tutto ciò, nel contesto di un’estate che s’annuncia rovente, carica di estimatori – tra cui la Juventus – per quel fenomeno inesploso e comunque avvicinato al San Paolo, ad una maglia azzurra, ad una possibilità, viene (persino) sostanzialmente dimenticato il dettaglio più significativo d’un amore a prima vista, certificato negli archivi dei giornali da una notizia che è già esistita e che, chi può dirlo?, può sempre rinascere.
INDIZI – Un funambolo del genere non può che piacere (a chiunque) e dunque la normalità è racchiusa nel gradimento che un club, Napoli compreso, possa nutrire per Alexis Sanchez (24 anni lo scorso dicembre), top player indiscutibile, ora persino arricchito dall’esperienza in una società di dimensioni stellari, dunque allenato alle pressioni, allo stress ed alle attese; ma l’eccezionalità, invece, è nella certezza che quel diavoletto cileno sia stato un pensiero ricorrente di Aurelio De Laurentiis, disperatamente intenzionato, appena due anni fa, a regalarselo, sapendo che un bel dì Lavezzi sarebbe partito.
VICE POCHO – La prima alternativa al Pocho, e lo raccontano i quotidiani di due anni fa e le confessioni pubbliche di De Laurentiis, aveva un nome, un cognome, persino un prezzo a cui il presidente del Napoli non avrebbe badato, come ribadì al suo amico Giampaolo Pozzo, presidente dell’Udinese, sulla barca ormeggiata dalle parti di Capri, nella primavera-estate del 2011: ma ormai il Barcellona s’era portato avanti con il lavoro e con l’offerta e il discorso venne strozzato nell’acqua gelida di quel periodo. Però certi desideri restano e non sarà certo un caso se in Spagna, ignari di quanto sopra, abbiano annusato qualcosina; né che Alexis Sanchez resti un giocoliere in linea (anagraficamente) con il progetto societario. Nessuna maravilla, se il sogno dovesse realizzarsi.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.