uso, in difficoltà a centrocampo. Era in sofferenza il Napoli o stava aspettando solo di colpire, arretrando, senza scoprirsi, in attesa paziente? Era una grande squadra che subiva per attirare l’avversario e poi infilarlo? Per come è finita, questa ipotesi non è poi tanto campata in aria. Dopo la mezz’ora “incoraggiante” del Palermo, il Napoli ha preso in pugno il match e l’ha chiuso perentoriamente (3-0). E’ mancato solo il gol di Cavani che nel finale sbagliava un pallonetto facile-facile: doveva essere il suo centesimo gol in serie A. Negli ultimi minuti si son visti in campo, insieme, i due fratelli Insigne e Lorenzo è andato in gol dopo le reti di Maggio e Inler.
Sofferenza o calcolo, dopo la prima mezz’ora di attesa il Napoli ha cancellato il Palermo dei due ex, Aronica e Dossena. Dopo mezz’ora non c’è stata più partita. Non un match brillante degli azzurri, ma concreto e con la padronanza della formazione superiore. Al Palermo mancavano Hernandez e Ilicic, in panchina per un tempo Miccoli e Donati. E’ stato il solito Palermo col gusto del gioco, ma che poi molla la presa e perde. Incassato il primo gol, la squadra è sparita dal campo come volontà, grinta, determinazione. Ha continuato giochicchiando, né gli inserimenti di Miccoli e Donati nella ripresa le cambiavano il volto dimesso. Il Napoli ha giocato il Palermo con un palleggio persino lezioso in cui però i tocchi imprecisi (terreno molle) superavano talvolta i passaggi che giungevano a buon fine. Ma ha colpito con sicurezza.
Col terzo successo consecutivo, il Napoli è là, ancora più solido al terzo posto, due punti dietro la Lazio (pesa la penalizzazione) e a cinque dalla Juve in frenata (una sconfitta e un pari), mentre alle spalle franano Roma e soprattutto la Fiorentina.
Poiché il Palermo è penultimo in classifica (un punto negli ultimi sei turni), ha il peggiore attacco del campionato, in trasferta ha preso tre punti in undici partite e al San Paolo gli mancavano i migliori dell’attacco, si fa fatica a celebrare con enfasi il successo azzurro. Forse saranno le due prossime trasferte a Firenze e a Parma (unico campo imbattuto) a dare una idea più “precisa” sul Napoli. Ma si può dire che questo Napoli, alla quarta stagione di Mazzarri, ha una personalità superiore, una certa sicurezza e la consapevolezza di battersi per il vertice, forse anche quella continuità di rendimento mancata negli anni scorsi. A parte l’”infortunio” col Bologna, questo Napoli sembra avere perso il vizio di lasciarsi sfuggire certe partite “facili”.
Col Palermo gli azzurri cominciano contratti (si sente Mazzarri che dice: sono ancora a letto a dormire), in centrocampo c’è confusione, sono più mobili i palermitani, ma, a parte il tiro di Dossena (7’) sventato da De Sanctis, la difesa (Britos eccellente) non soffre. Campagnaro ammansisce Brienza, Behrami tiene sotto controllo Rios, Inler contrasta Barreto, Zuniga fa un buon lavoro sulla fascia sinistra contro Morganella e Anselmo, Maggio prevale alla distanza su Dossena, Hamsik sgobba parecchio arretrando e avviando l’azione. Il Napoli tiene Pandev e Cavani molto larghi sol fronte dell’attacco per gli inserimenti centrali di Hamsik e Inler. E’ la “chiave” per smantellare la difesa palermitana spesso affollatissima. Finisce di poco a lato una conclusione di Morganella (27’) e qui si chiude l’apparente supremazia dei siciliani.
In quattro minuti e con i primi due tiri il Napoli va in vantaggio. Zuniga avvia l’azione che Hamsik prosegue con un bel cross da sinistra. Al centro area Maggio di testa insacca (30’ difesa rosanero ferma). Un tiro, un gol. Poi, due tiri e due gol. Inler scambia con Hamsik e dalla distanza scaraventa un gran sinistro in rete (34’). Due a zero e il gioco è fatto. Fanno così le grandi squadre. Okay, non esaltiamoci. L’ultimo sospiro del Palermo è un calcio di punizione di Barreto che scheggia la parte alta della traversa di De Sanctis (39’).
Nella ripresa c’è Miccoli per Budan, ma il piccolo bombardiere scaglierà solo due tiri “comodi” per De Sanctis (76’ e 79’). In mezzo al campo, neanche Donati (54’ per Arevalo Rios) aumenta le chances siciliane. Il Napoli sornione è padrone del campo. Palleggia, controlla, avanza e cerca il terzo gol solo a colpo sicuro così che spesso l’ultimo passaggio va a vuoto. Ora Dossena, che aveva cominciato bene contro Maggio, è in declino, Garcia ringhia su Pandev, Von Bergen se le cava contro Cavani, ma nella zona centrale Inler e Behrami comandano con l’assistenza di Hamsik (profondi rientri). Anche l’ingresso di Dybala per Brienza (65’) non dà maggiore vivacità all’attacco siciliano. Il Napoli neanche spinge con forza. Gioca con calma. Sfiora il bersaglio con Hamsik (46’), con Maggio (55’ non arriva di un soffio a spingere in rete a un metro dalla porta e 60’ colpo di testa deviato in corner), con Cavani (68’ conclusione al volo neutralizzata da Ujkani, 69’ non arriva sotto porta a toccare in gol il cross basso di Zuniga). Entra Lorenzinho (67’ per Pandev) e firma il 3-0 scaraventando in porta un cross di Inler (72’).
C’è tempo per vedere Fernandez al posto di Britos (78’) e il secondo Insigne per Hamsik (86’). C’è un’ultima soddisfazione da togliersi, il centesimo gol di Cavani in serie A, ma il Matador sull’assist perfetto di Inler manda fuori il pallonetto a tu per tu con Ujkani già rassegnato al peggio (91’).
Fonte: Il Napolista.it
La Redazione
M.V.
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