Sarà per quel cognome impronunciabile che i tifosi dello Sporting Lisbona lo chiamano semplicemente «Ricky» . Ma il Napoli conosce bene Van Wolfswinkel, attaccante olandese, nato a Woundeberg, il 27 gennaio 1989. Lo ha affrontato da avversario quando indossava la maglia dell’Utrecht. Impressionò non tanto per la tecnica quanto per le caratteristiche fisiche: alto un metro e ottantantacinque centimetri, appena settanta chili, sempre in movimento sul fronte dell’attacco, difficile da marcare per quei suoi guizzi alla Inzaghi. In quella notte gelida del 2 dicembre 2010, nel civettuolo impianto di Utrecht, Van Wolfswinkel realizzò una doppietta creando non pochi problemi a Campagnaro e Cribari, quest’ultimo schierato al posto di Cannavaro: annullò l’inziale vantaggio di Cavani dopo appena un minuto ed al 27′ portò i suoi sul momentaneo 2 a 1 (la gara terminò tre a tre, con tripletta del Matador. «Chi è quello spilungone che sembra una zanzara nell’area di rigore del Napoli?» , chiesero i tifosi partenopei presenti in tribuna. Anche De Laurentiis s’informò sull’età di quell’attaccante così sgraziato ma quantomai incisivo, sia su azione manovrata che sui calci da fermo. «Ha 21 anni – gli risposero – ma è grezzo nei movimenti» . Gli raccontano anche che è il genero di Johan Neeskens, l’ex stella dell’Ajax e del Barcellona, nonchè titolare della nazionale olandese giunta seconda ai Mondiali del ‘74 e del ‘78.
A maggio del 2011, il Napoli provò a fare un sondaggio con i dirigenti dell’Utrecht. «Che valutazione date al ragazzo?» , «Avete intenzione di cederlo?» , «Quanto guadagna?» . Il bomber dalla faccia da eterno bambino avrebbe dovuto fungere da vice Cavani: partire dalla panchina e subentrare in quelle gare dove sarebbe servito uno come lui. E trattandosi di un giocatore appena messosi in evidenza nell’Eredivise ed in Europa League, non avrebbe dovuto costare tanto. Eppure il club olandese sparò alto: «Otto milioni di euro, prendere o lasciare» . Valutazione ritenuta eccessiva dallo staff tecnico partenopeo. Per giunta, al riguardo di un attaccante neanche così completo sotto il profilo tecnico, acerbo. A quel punto, il Napoli non esitò a cambiare obiettivo, «come non detto» .
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