Se non è un, “arrivederci a presto”, è quantomeno un’ammissione pubblica della serietà e dello stato (avanzato) della trattativa imbastita da un triangolo che vede il Napoli e la Samp alla base, e Mauro Icardi al vertice: « Il Napoli ha un progetto molto interessante ». Parole e musica di violini di Abian Morato, spagnolo e manager dell’attaccante italo-argentino che ha fatto impazzire il popolo doriano, saltare dalla sedia gli osservatori, storcere il naso a quelli del Barça, che l’hanno prima allevato nella cantera e poi ceduto, e innamorare Aurelio De Laurentiis. « Lo volevo prendere subito », dichiarò il presidente pochi minuti dopo la chiusura del mercato invernale; probabilmente lo avrà con il sole. L’estate, e il futuro, sono dietro l’angolo.
E allora, gli ultimi sviluppi di una storia cominciata molto prima del racconto di De Laurentiis: datata, roba di mesi, diciamo a ridosso della prima esplosione di questo attaccante di 19 anni di Rosario – come Lavezzi – e poi volato nel 2002 Oltreoceano, alle Canarie, a causa della crisi economica. La grande vetrina di Mauro detto Maurito, in gol già in B con la maglia blucerchiata, è stato il derby con il Genoa di novembre; non una partita qualsiasi: propiziò l’autogol di Bovo con un’azione super e poi realizzò il terzo gol. Da quel momento, una scalata culminata nel poker rifilato al Pescara e nella corte, spietata, del Napoli. E anche della Juve, dell’Inter e di qualche squadra inglese e spagnola. « Ha un grande futuro, è un giocatore speciale ».
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