BUENOS AIRES – In Argentina è andato in scena l’ultimo atto del campionato di Primera Division. E’ il River Plate a conquistare la finalissima. I campioni del Final hanno regolato il San Lorenzo con un colpo di testa di Pezzella conquistando il piazzamento in Copa Sudamericana. Inutile, invece, il colpo d’orgoglio dimostrato dal Colon. Il Sabalero viene vinto dalla paura e condannato da un Atletico de Rafaela famelico. Fondamentale per la retrocessione della compagine di Santa Fè, la penalizzazione di sei punti ottenuta nel novembre 2013, per il mancato versamento di alcune tasse imposte dopo alcuni trasferimenti.
MILLONARIOS INDOMABILI – Il comandante Diaz ci è riuscito. In un semestre ha ricostruito l’universo albirojo di Buenos Aires, sostituendo le ombre del passato con una gran fiducia per il prossimo futuro. L’onta della retrocessione risulta meno amara dopo una temporada letteralmente dominata. Il River Plate ha conquistato il secondo trofeo nel giro di sette giorni e dopo la conquista del Final, porta a casa l’ambito alloro del supercampione. Il San Lorenzo dimostra di patire sulle gambe la grande stanchezza maturata dopo le memorabili imprese in Libertadores e, orfano di Piatti, si deve inchinare alla compattezza millonaria. Decide un colpo di testa di Pezzella sugli sviluppi di un piazzato battuto dal solito Lanzini. Brutta la prestazione dei baby fenomeni papali: Villalba e Correa, ceduto all’Atletico Madrid, non appaiono mai nel vivo della partita e senza la giusta convinzione, probabilmente rapita dalla tensione maturata in Coppa Libertadores.
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GALLARDO A PROGETTO – L’esperto Ramon ha conservato per il finale i fuochi d’artificio. Con un comunicato del tutto inatteso, l’allenatore della rinascita biancorossa ha infatti comunicato il suo addio. ”Me ne vado.Ora potete prendere l’allenatore che avete sempre voluto”. Alla base della decisione clamorosa sembrerebbero esserci motivi societari: le difficoltà di entrare sul mercato in maniera decisa per rinforzare la rosa,un controverso rapporto con il presidente Rodolfo D’Onofrio e l’impossibilità di trattenere i gioielli(potrebbero partire Lanzini, Balanta, Carbonero, Chichizola e Vangioni). Si pensa ad una situazione di passaggio con Marcelo Gallardo. El Muñeco, indimenticabile idolo della tifoseria millonaria, sembrerebbe essere stato sponsorizzato dal ds Enzo Francescoli, suo ex compagno proprio nelle file del River.
LA RINASCITA DI MAURITO – Dopo la “prigionia” di Roma lo davano per bollito e in patria non tanti credevano nella ritrovata verve di Mauro Zarate. L’ex laziale ha però messo tutti d’accordo con una stagione mostruosa. 13 reti in quattro mesi che lo consacrano capocannoniere del torneo Final 2014 e gli valgono un nuovo pass per quell’Europa che forse troppo presto aveva salutato. Il funambolico attaccante ha disputato una stagione maiuscola fatta non solo da acuti solitari, quanto di assist e giocate decisive. Evoluzione strabiliante che ne ha motivato l’acquisto fulmineo da parte del West Ham in vista della prossima Premier.
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SPROFONDA SANTA FE’ – il Colon retrocede. Ai Sabaleros non basta l’ottimo semestre disputato per scampare al meccanismo infernale delle graduatorie di retrocessione: l’Atletico Rafaela vince lo spareggio e conserva la massima categoria. La Crema dimostra di meritare sul campo la salvezza con una prova di grande personalità. Primo tempo di controllo e stoccata decisiva ad inizio ripresa. A decidere è la meteora italiana, Leandro De Pretis. L’attaccante chiude con un preciso colpo di testa un’azione insistita nata da uno spunto sulla sinistra del bravo Cristian Canuhé. L’espulsione di Mansilla per i santafesini chiude tra mille nuvole una stagione catastrofica culminata col peggiore degli epiloghi.
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Servizio a cura di Francesco Pugliese
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