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Vivi il Basket e poi? NCAA

Napoli, contrariamente a quanto si possa pensare, non una città calciocentrista. Sebbene la SSC Napoli catalizzi l’attenzione dei media da anni (e ne siamo tutti estasiati) c’è uno spicchio, non ignorabile, di tifosi che è devoto alla pallacanestro.

Il basket è sempre stato uno sport di “nicchia” ma le gesta della Carpisa Napoli dell’Avv. Mario Maione nel 005 hanno fatto scattare, forse per la prima volta nella nostra storia, qualcosa nelle menti dei napoletani. Non posso dimenticare di quando vidi in un vicoletto di Fuorigrotta due ragazzini giocare a pallacanestro con un canestro di legno imitando e nominando i movimenti di Greer, Sesay e Co.
Con la scomparsa del Basket Napoli si è creato un vuoto difficilmente colmabile e gli adesivi affissi questa estate in molte strade di Napoli “Napoli ha sete di Basket” ne sono la prova più evidente. Il basket napoletano, però, sebbene non rappresentato (fino a questa estate) da nessuna squadra a livello nazionale non ha mai smesso di operare e svolgere la propria funzione di promozione dello sport e di aggregazione dei giovani. Questo lo si deve agli sforzi di un grande appassionato di pallacanestro, Roberto Di Lorenzo, che nel 2005 fonda il Progetto “ViviBasket”. Il progetto nacque con l’idea di creare una rete sul territorio che promuovesse lo sviluppo della pallacanestro nelle scuole fino ad arrivare a gestire il settore giovanile della SS Basket Napoli. Nel 2008/09, in seguito al fallimento del sodalizio di Maione, Di Lorenzo si è trovato da solo a gestire tutta l’attività giovanile raccoltasi in tre anni di lavoro.

Grazie al progetto ViviBasket numerosi giovani hanno avuto la possibilità di trovarsi in un contesto sano e nel quale crescere sia a livello cestistico sia a livello umanitario. Alcuni di questi giovani hanno anche avuto la possibilità di debuttare nel campionato di A1 con moderazione e con una progressiva crescita. Il ViviBasket è sempre stato presente e pronto ad aiutare la “1.a squadra” della città con il prestito dei suoi giocatori più validi ma anche attenta a non bruciarli o “ridicolizzarli” mandandoli a prendere 80, 90 o 100 punti quando alla NSB Rieti/Napoli gli venne in testa di mandare in campo gli under 15.

Nel 2010 arriva l’anno della consacrazione per il progetto di Roberto Di Lorenzo e la dimostrazione più pura che dai  progetti nati su basi solide e serie ne esce sempre qualcosa di buono. Prima il Consorzio Basket Napoli, che unisce il Vivi Basket, appunto, con il progetto CB Pianura e la Flegrea Basket, nato con l’intenzione di aumentare il raggio d’azione di questo movimento di sviluppo e di promozione per la pallacanestro, poi con la nascita del Megaride Basket Napoli, squadra partecipante al campionato di DNC e sorta con l’intento dare la possibilità (sempre dei ragazzi) di cimentarsi in un campionato con un rispettabile tasso tecnico che vada oltre quello dei campionato under, e poi, infine,con l’approdo in NCAA di Gaetano Spera. Proprio sul giovane di Marigliano intendo chiudere questo editoriale. L’airone napoletano ha iniziato a giocare a basket all’età di 13 anni grazie alla spinta di alcuni amici e del fratello è poi entrato a far parte del Progetto ViviBasket venendo poi inserito anche nel roster della Eldo Napoli. Dopo quattro anni di militanza nel sodalizio di Roberto Di Lorenzo il “gigante di Marigliano” si trova a vivere un’esperienza indimenticabile nella NCAA con la maglia del Saint Peters Peacocks Basketball. Il tutto ancora una volta grazie al progetto di ViviBasket e di Di Lorenzo ed è lo stesso Spera ad ammetterlo in una delle tante interviste rilasciate “Se sono qui lo devo al progetto ViviBasket ed a Roberto Di Lorenzo, l’idea è stata sua!”

Lode e merito a chi da anni lavora con i giovani e promuove questo sport, lode e merito a chi ha permesso ad un ragazzo comune di vivere il sogno di tutti quelli che amano la pallacanestro, lode e merito a chi continuerà a lavorare affinché quella di Gaetano Spera non sia che l’inizio di un lungo viaggio.

Fonte: L’Editorialista di PallacanestroNapoli.it a cura di Enrico De Pompeis

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