Le prime cinque vittorie della BP Med Napoli erano state tutte piuttosto avventurose, e nessuna di queste era stata ottenuta contro squadre di prima fascia. Il sesto turno di DNA le ha però proposto il primo test veramente severo della stagione, a Trieste, e l’imbattuta squadra di Maurizio Bartocci lo ha superato brillantemente. Il bomber della squadra è naturalmente Bernardo Musso, devastante anche a Trieste, ma il leader – un po’ a sorpresa e un po’ no – è il meno noto Simone Gatti. Che al di là di cifre comunque buone (10 punti tondi per gara con 4.3 rimbalzi, 47% da tre e più recuperi che perse) è l’uomo del giorno di questa nuova Napoli che vince, convince e sta riportando gente al Pala-Barbuto: 1500 l’ultima uscita interna, ma il dato è in rapida crescita.
Numero 4 puro di 2.02, da quest’anno del tutto sgravato dal compito di giocare anche da centro (ci sono Andrea Iannilli e Paolo Rotondo), delle diverse vittorie napoletane allo sprint di questo inizio di stagione, Gatti ne ha firmate in prima persona almeno un paio. Contro Pavia alla prima giornata, segnando 17 punti e la tripla della vittoria, ma soprattutto la settimana scorsa contro Ruvo, stavolta al PalaBarbuto, con una clamorosa rimonta dal -8 a 1’40 dalla fine. Napoli ne è uscita viva con 7 punti di Gatti in una manciata di secondi, che in quell’ultimo minuto ha anche rubato due palloni e preso un paio di rimbalzi vitali. Un finale di partita davvero folle, che cosigliamo di cercare su youtube, anche per la pirotecnica performance del telecronista locale che urla «mai visto niente del genere» una decina di volte e conclude con «voglio bere anch’io quello che ha bevuto Gatti»… Quelle immagini ovviamente le ha viste anche lui: «ho bevuto solo acqua – ride – ma in effetti di segnare tanto in così poco tempo non mi era mai successo. Quest’anno va così, le vinciamo tutte alla fine, sarà la voglia di far bella figura di questo gruppo, che è solido, unito, ha capito che rappresentare Napoli è una grande responsabilità è un grande onore, e ce la sta mettendo tutta». Capitano della nuova Napoli («la squadra ha scelto me perché sono il più vecchio»), Gatti è un curioso caso di settentrionale ormai integrato al sud, dopo quattro anni a S.Antimo ed il passaggio nel capoluogo dell’estate. «In Campania ci sono arrivato per caso, poi mi sono trovato bene e ci sono rimasto. Mi sono anche fidanzato, ora sono quasi un napoletano d’adozione». Classe ’82, Simone è nato a Cantù ma ha sempre vissuto a Binago, che è in provincia di Como ma vicinissima a Varese, dove il numero 10 biancazzurro ha fatto tutta la trafila giovanile con la Robur et Fides. Via da casa per la prima volta a 19 anni, in B1 a Montegranaro, da lì in poi, a parte una breve parentesi in B2 di ritorno alla Robur Varese per curarsi un infortunio, la sua carriera l’ha trascorsa tutta in terza serie, con fermate di una stagione ad Argenta, Siena-2, Ferentino e poi il lungo ciclo di S. Antimo. «Questa è la mia nona stagione, ormai conosco tutti e ci sto benissimo, anche se è logico che un’esperienza in Legadue mi piacerebbe farla. Ci avevo sperato in estate, dopo l’ultimo anno stupendo a S.Antimo, invece dopo il ripescaggio mi hanno lasciato libero e ho accettato al volo la chiamata di Napoli. Diciamo che il mio sogno a questo punto è di arrivarci con questa squadra. Almeno, provarci è d’obbligo: Napoli ha bisogno di sognare».
Fonte: SuperBasket
La Redazione
S.D.
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