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Rocca: «Napoli mi manca, ma a Jesi ho casa. La Expert arriverà in alto. Domenica abbraccerò…»

Più di tre anni e mezzo sono trascorsi dall’ultima volta che ha calcato il Palabarbuto eppure Mason Rocca ricorda tutto di quell’impianto che lo consacrarò “Sindaco”, il nick invocato dai sostenitori del Basket Napoli nelle sue quattro stagioni azzurre. «Appena posso faccio volentieri un salto a Napoli – spiega Mason che oggi è il centro di Jesi, domenica avversaria dell’Expert in campionato – Mi manca tutto della città. L’ultima volta che ho giocato a Fuorigrotta fu da avversario con Milano quando c’erano gli under 19 della Sebastiani di Papalia: ora sono contento che ci sia una squadra con un progetto serio».

Perché non accettò in estate la proposta di Napoli?
«A Jesi ho casa, qui c’è la mia famiglia. C’è anche mio fratello e ho una piccola attività, mi diverto a produrre olio. Abbiamo 50 alberi che ci danno grandi soddisfazioni».

Nemmeno un momento di indecisione tra Napoli e Jesi ?
«Certo, ci mancherebbe. A Napoli sono nati i miei due figli: Sofia, 9 anni, e Theodore, 7. Mi farebbe piacere che vivessero un po’ la città dove sono nati e cresciuti».

Domenica ritrova Napoli e il suo capitano Malaventura con cui ha condiviso due stagioni proprio con la canotta bianco-azzurra.
«Non solo. Abbraccerò Antonio Mirenghi, dirigente nella mia ultima stagione a Napoli. Anche se giochiamo a Jesi sarà una gara molto intensa, per me, dal punto di vista emotivo».

Andiamo sul parquet. Come arriva l’Aurora alla gara contro Napoli?
«Con uno spirito rinnovato. Vogliamo iniziare bene il 2014 per venire fuori dalla zona retrocessione quanto prima. Ci hanno penalizzato soprattutto gli infortuni nel girone di andata».

Chi teme di più di Napoli?
«Black e Weaver sono due giocatori molto importanti. Napoli è stata costruita per arrivare lontano. Sulla distanza verranno fuori anche gli altri. La classifica non rispecchia il valore reale della squadra».

Da grande che cosa vorrà fare?
«Devo ancora capirlo, ho bisogno di un po’ di tempo. Se resto nel basket, sicuramente l’allenatore, ma non escludo di prendere altre strade. Il tempo per decidere ce l’ho. Fino a 40 anni voglio ancora sgambettare sui parquet: I love this game». 

Fonte: Il Mattino

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