Il tempo per lui non sembra essere passato. Asciutto, con un fisico scultoreo e neppure un filo di pancetta. Riecco Jim Williams a Napoli, il totem d’ebano che fece grande la Partenope di Amedeo Salerno degli anni ’60-’70, quella dei trionfi in Coppa Italia e in Coppa Coppe, sponsorizzata Ignis Sud e Fides. Dopo 40 anni il pivot più forte della storia del basket partenopeo rimette piede a Napoli grazie a Manfredo Fucile, l’uomo che tessuto la tela della rimpatriata-amarcord, allora scugnizzo tiratore, oggi presidente Fip Campania. Williams atterra da Philadelphia alle 16,15, mezz’ora dopo sbarca a Capodichino Dino Meneghin, a Napoli per presentare il suo libro «Passi da gigante» e presenziare assieme a Williams all’esordio playoff della BpMed, in programma oggi al Palabarbuto alle 18 contro Trento, match importantissimo per provare a inseguire il sogno Legadue. I due, avversari sul campo all’epoca (Meneghin con la maglia dell’Ignis Varese), si ritrovano fianco a fianco per l’affollatissima conferenza stampa all’Hotel Alabardieri, due giganti del basket che hanno fatto la storia.
Accanto a loro Amedeo Salerno, Salvatore Calise, presidente del Napoli Basketball che ha collaborato all’evento e il consigliere Fip, Gianni Del Franco. «Sono felicissimo di rivedere tanti amici che mi sono rimasti nel cuore nei miei 5 anni qui, al nostro grande presidente Salerno, al dg Enzo Caserta – dice Jim in un eccellente italiano – ho ricordi meravigliosi come il trionfo in Coppa Coppe e altri meno piacevoli come il furto di Atene, quando in uno stadio da calcio con 70mila spettatori il Panathinaikos con l’intimidazione ci rubò la finale. Ricordo tutto di quel tempo, anche i nomi dei custodi della palestra Coni, e penso ai miei compagni che non ci sono più, Bufalini, Maggetti, i fratelli Errico, Coen, Ovi. Grazie sempre a Manfredo Fucile: mi ha fatto il regalo più bello. E porterò un fiore a suo padre Filiberto che mi adottò quando arrivai a Napoli».
«Oggi è giusto celebrare Williams, un giocatore immenso e persona eccezionale a cui il basket italiano deve moltissimo – commenta Meneghin – io cercavo di rubare da lui qualcosina guardandolo giocare. Ora spero che questa magnifica occasione che ha Napoli di riabbracciare un suo campione, possa servire da ulteriore spinta per riportare la città nel basket che conta e dove merita di essere e dove speriamo la BpMed del presidente Calise possa riportarla presto. Il mio libro? È una piccola cronistoria della mia vita cestistica, con storie, aneddoti divertenti. Tutto devoluto in beneficenza».
Stamattina Manfredo Fucile accompagnerà Dino Meneghin e Jim Williams a vedere le rovine del Mario Argento e in pomeriggio saranno alla partita. La chiusura è di Calise: «Abbiamo un progetto per la ricostruzione, speriamo che il Comune ce la affidi».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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