Almeno 10 minuti tutte le sere, al termine dell’allenamento. Mentre i compagni fanno la doccia, Nunzio Sabbatino si trattiene in campo e si esercita nel tiro da tre punti. L’ha fatto anche venerdì, quando il suo score in campionato parlava di 4 canestri in tutta la stagione, su ben 29 tentativi. E mentre tirava ha ricevuto anche il consiglio di Bernardo Musso, uno che di triple se ne intende e che gli ha urlato di metterci più parabola. Meno di 48 ore dopo, nel testa a testa finale contro Capo d’Orlando, Nunzio si è ritrovato con la palla in mano oltre l’arco, con 1’02″ da giocare e Napoli avanti di uno, ha tirato e ha segnato il canestro della vittoria. «Ma a Bernardo e ai suoi consigli non ho pensato — dice ora il 19enne di Pollena Trocchia, nella foto — anzi in quel momento non ho pensato a nulla, ho tirato ed è entrata». E la BPMed ha così blindato il primato dagli assalti dei siciliani, conquistando la nona vittoria di fila alla vigilia di una trasferta impegnativa sul campo di Recanati. Un successo griffato dall’unico napoletano in campo: «È stata una gioia indescrivibile davanti ai tifosi della mia città e alla famiglia. Giocare per questa maglia regala emozioni particolari e a inizio stagione ne sentivo il peso. Ma ora mi sento più a mio agio». E la sua impresa di domenica è giunta anche alla dottoressa Maria Paola Argento, 86enne figlia del giornalista Mario cui fu dedicato il palasport di via Giochi del Mediterraneo (ridotto in macerie 5 anni fa, ieri mattina il sindaco De Magistris ha promesso un nuovo project financing per la ricostruzione entro il 2013). La signore vuole incontrare Nunzio e regalargli il libro che ha scritto in onore del padre: «Mario Argento. Una vita per lo sport».
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Fonte Gazzetta dello Sport – Leonardo Balletta
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