L’ennesimo crack ha regalato alla Napoli del basket un altro record poco invidiabile. Cinque fallimenti in 8 anni, che diventano 6 se si considera l’esclusione dalla A2 dell’anno scorso e il ripescaggio in B. L’incubo continua, un tracollo dopo l’altro, culminata quest’anno in una stagione con totale mancanza di programmazione, avventatezza oltre i limiti di guardia, pressapochismo e anche una ingiustificata mancanza di umiltà, che sarebbe stata naturale visto il passato disastroso. In estate pareva che il problema lodi dell’Azzurro Napoli fosse stato risolto con l’ingresso di un gruppo di soci rappresentati da Antonio Di Rocco, ma tutto il gigantesco fardello si è ripresentato puntualmente dopo pochi mesi, mandando in crisi il club di Maurizio Balbi che ha incassato anche l’addio prematuro dei soci romani. Il finale inglorioso è arrivato per gli 11.700 euro dell’ultima tassa Fip non pagata ma era solo la punta di un iceberg con debiti totali di almeno 300mila euro. La gestione finale di Federico Sanbiase non è riuscita a portare la liquidità che ci si aspettava ma c’è anche da chiedersi perché Sanbiase abbia accettato di prendersi la responsabilità del club dalle mani di Balbi, non verificando bene la situazione e esponendosi ad una figura non certo positiva. Ora c’è solo da leccarsi le ferite e sperare in un futuro meno mortificante, anche se le dure e giustificate parole del presidente della Legabasket, Pietro Basciano, non lasciano molto spazio all’ottimismo: «L’esclusione dal campionato di Napoli rappresenta una nuova, grave ferita che imprenditori dimostratisi non in grado di gestire una società sportiva hanno inferto alla pallacanestro italiana. Creando l’ennesimo danno di immagine e credibilità a tutto il movimento».Ma c’è ancora futuro per Napoli nel basket di vertice? «Napoli, ma non certo come tifoseria e passione, ha dato vita ad una sequela infinita di fallimenti e ha con questo ennesimo tradimento azzerato forse anche il futuro della pallacanestro ad alto livello, in città prosegue Basciano -, anche nel rispetto dovuto alle tante società virtuose della Lega che rappresento, è giusto dire che vicende come quelle dell’Azzurro Basket Napoli devono avere un termine. I campionati vengono falsati, i tesserati non vedono rispettati gli accordi, gli appassionati allontanati dal nostro mondo. L’invito, che voglio ribadire con forza, è che faccia pallacanestro chi ha le risorse per farlo». Il presidente Fip Campania, Manfredo Fucile, uomo di campo e napoletano verace, non riesce a non alimentare la fiammella della speranza: «Speravo di non dover mai commentare di nuovo una simile notizia che mortifica la nostra città cestistica dice Fucile -, ora non è momento di processi ma di analisi. Per sperare in un ritorno stabile della nostra Napoli nella pallacanestro c’è bisogno di ripartire da zero, con l’aiuto delle istituzioni e di imprenditori che siano anche appassionati di basket, ovvero legati al risultato sportivo e non solo attirati dalla possibile ricostruzione del Palargento, l’impianto chiuso dal ’98 che sta diventando sempre più un fardello pesantissimo. Solo con il ritorno del grande impianto secondo me sarà possibile rivedere la grande pallacanestro in città».Il sogno è di coinvolgere Aurelio De Laurentiis, un progetto che era il vecchio pallino di Mario Maione, ovvero creare una polisportiva sul modello del Barcellona. Ma finora il massimo dirigente del Napoli calcio è rimasto freddo davanti alle lusinghe della palla a spicchi.
fonte: il mattino
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