Che la Fip fosse decisa a mettere la parola fine alla questione-Napoli era chiaro fin da sabato scorso. E ieri il comunicato del Giudice Sportivo non lascia grandi margini: «Disposta l’esclusione dal campionato di Legadue della società Associazione Pallacanestro Sant’Antimo (per le carte federali è ancora Sant’Antimo, ndr) per il mancato pagamento della prima rata di campionato». Disposto poi l’immediato svincolo dei tesserati e l’annullamento delle gare di Legadue fin qui disputate. Inoltre il giudice si riserva ulteriori provvedimenti alla conclusione delle indagini avviate dalla Procura federale in ordine «ai comportamenti posti in essere dalla dirigenza della società».
Come dire, capitolo chiuso. L’esclusione era prevista e ora ci sarebbe da appellarsi alla Giudicante per far valere le proprie ragioni in merito ai tempi del pagamento delle rate arretrate, che per la Fip sono scaduti, mentre per il club azzurro scadono domani sera. Ma la durezza del comunicato, con lo svincolo dei tesserati, autorizza poche speranze.
Il basket partenopeo precipita dunque ancora nel baratro, anche se resta una timidissima possibilità di salvezza trovando i 33mila euro per le tasse non pagate e appellandosi alla Giudicante entro oggi. Il ricorso andrebbe firmato da Aniello Cesaro, che risulta il più colpito dal provvedimento (rischia una beffarda squalifica) anche per le conseguenze. Ma si appellerà?
Il presidente della Legadue, Marco Bonamico, è più che amareggiato, la crisi del club è una batosta anche per lui che ci aveva creduto tantissimo, organizzando persino il vernissage del campionato di Legadue a Napoli con quell’amore che viene da due meravigliose stagioni da ex eroe dei canestri azzurri. «C’è amarezza ma so che si sta compiendo un estremo tentativo con un possibile ricorso alla Giudicante. La situazione comunque obiettivamente è disperata e il comunicato del Giudice Sportivo è molto chiaro. I tempi purtroppo sono strettissimi, se ci fosse stato qualche giorno in più sono certo che la crisi si sarebbe risolta. La verità è che non si doveva arrivare a questo punto, bisognava muoversi molto prima, alla prima avvisaglia di difficoltà. Ci sono responsabilità gravissime».
E Bonamico precisa: «Non ci si può imbarcare in un’avventura così senza una garanzia di copertura economica. Il socio di maggioranza del Napoli Basket, Antonio Minopoli, ha fatto un errore grave: le spalle bisogna averle ben coperte per fare un campionato di questo livello. Io purtroppo, come Legabasket, non posso monitorare la situazione economica di tutti i club, né posso verificare prima. Sant’Antimo aveva tutti i parametri a posto». E, a parte interventi di tipo strategico-politico, non poteva intervenire: «Non ho strumenti di nessun tipo, non siamo come la Nba che dopo l’uragano Katrina andò in aiuto della franchigia di New Orleans. La nostra è una Lega che vede la partecipazione di tutti i club e la verità è che ci sono regole che vanno rispettate».
Ieri intanto era entrato in campo anche il Comune di Napoli attraverso l’assessorato allo Sport che ha chiesto un incontro all’ex presidente del Napoli Basketball, Salvatore Calise, esautorato dopo l’accordo Minopoli-Cesaro. La curiosità è che Calise avrebbe dovuto provare a salvare la barca. E il socio di maggioranza? «Il bonifico di 33mila me l’aveva garantito un socio sostenitore che poi lo ha effettuato erroneamente con 3 euro» prova a spiegare Minopoli. Quei tre euro che hanno fatto infuriare la Fip.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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