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Napoli Basket, ennesima doccia fredda: la sconfitta di una città, della giustizia e dello sport

A nulla è servita la serietà del progetto Balbi. Legato alla sua figura il futuro del basket a Napoli?

Napoli esclusa. Fuori senza pietà. Senza se e senza ma. La doccia fredda alla fine è arrivata. Alle soglie del Natale. E pensare che sulla questione c’era chi ci scherzava. Di certo non poteva capitare regalo peggiore per gli appassionati della palla a spicchi azzurra. Tante le speranze coltivate, ma alla fine non è rimasto nulla.

Sono trascorsi quasi due mesi da quel maledetto 22 Ottobre. Un lunedì come tanti che sancì l’esclusione di Napoli dalla Legadue per inadempienze varie e per quel famoso bonifico di € 3.30. C’era una società sull’orlo del precipizio, eppure passiva risultava la risposta di un’intera Città. A partire dagli organi principali di essa. Restia ed inoperosa la reazione della nostra Amministrazione, eppure sempre disponibile verso altre iniziative promotrici dello sport a Napoli nel recente passato. Il Sindaco Luigi De Magistris e l’Assessore allo sport Pina Tommasielli non si sono resi protagonisti di appelli alla Città o ad altre forze economiche. Non si è mai assistito a forti prese di posizione per quanto concerne la pallacanestro. Si è preferito puntare sulla Coppa Davis, sulla Coppa America, sulla NBA a Napoli. Iniziative che danno senza dubbio lustro e prestigio alla Città, ma passeggere e non stabili. Probabilmente, questo ‘non intervento’ alle spalle nascondeva un problema di natura politica. L’Amministrazione, infatti, con l’arrivo di nuove forze imprenditoriali e il defilamento di altre (…) ha subito sposato il progetto. Effettivamente, troppo tardi e quando oramai a poco serviva il suo aiuto.

Discorso opposto per quegli appassionati che hanno voluto contribuire economicamente affinchè la società potesse continuare il suo cammino in Legadue. La raccolta fondi dei tifosi è stato un segnale importante, non solo alla nuova proprietà, ma anche ad una Città e all’Italia intera. E’ rimasto, comunque, tutto appeso ad un filo per oltre cinquanta giorni. La fiammella l’ha tenuta accesa Maurizio Balbi, il salvatore della patria che viene da Bergamo ma napoletano doc. Il suo coinvolgimento lo si deve senz’altro ai vari Liguori, Mirenghi ed Ambrosino. 33mila euro versati senza garanzie, senza basi e con poche chance di vincere la battaglia. L’amministratore unico della Lakers Fly Tech in poco tempo è riuscito a coinvolgere una cordata di imprenditori, pronti a mettersi in gioco qualora ci fosse stata la riammissione del Nuovo Napoli Basket. A credere fermamente nel progetto di Balbi è stato Dario Boldoni che ha appoggiato il disegno riservato alla ricostruzione del Mario Argento. Insomma, c’erano tutti gli ingredienti per pensare in grande e per credere nel ritorno del basket a Napoli, questa volta in pianta stabile.

Eppure in data odierna è arrivata la fatidica decisione del Tnas, pronunciatosi in merito. Le motivazioni non fanno una piega. Si parla di frode sportiva, di false note contabili. Nulla da dire, per carità. Ma come è successo nel calcio, in particolare alla SSC Napoli, vistasi penalizzare di due punti in classifica e squalificare per 6 mesi due dei suoi tesserati, è una giustizia che si basa troppo sull’applicazione automatica delle regole. Non è mirata e finalizzata per il bene e per il futuro dello sport in generale. In un periodo di crisi in cui riversa attualmente un’intera Nazione, sarebbe stato opportuno dare una chance a chi ha dato segnali di serietà.

Interpreti diversi, ma storia invariata: era basato su questo punto il mio editoriale di qualche mese fa (Clicca qui per leggere). Sono cambiati i personaggi nell’arco di quattro anni. Sono stati fatti tentativi, sforzi, manovre. Tutto, però, ha avuto lo stesso esito. La storia è la stessa: il basket a Napoli non s’ha da fare, né ora né mai. E’ quello che avrebbe detto Alessandro Manzoni. Intanto noi continuiamo a credere in Maurizio Balbi e nella sua sconfinata passione per la palla a spicchi. Non ci resta che aggrapparci alle sue parole che, seppur timida, lascia accesa la fiammella della speranza: “L’unica certezza in questo particolare momento, è quella che non getterò al vento tutto il lavoro sin qui profuso. Da domani lavorerò con il mio staff per farci trovare preparati ad ogni possibile strada che riporti la pallacanestro a Napoli, basandoci su di un progetto serio, frutto della coesione della sana imprenditoria della nostra città, con la certezza che il mondo della palla a spicchi non possa rinunciare cosi facilmente ad una piazza importante come Napoli..”. E chissà che Napoli e la pallacanestro possano un giorno convolare a nozze…

Servizio a cura di Stefano D’Angelo

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