Ha un’anima rinnovata e scintillante la nuova Expert. I due punti strappati con i denti al Veroli schiacciasassi sono il frutto della svolta in panchina e della sferzata del presidente Balbi all’orgoglio della squadra. Massimo Bianchi, da coach esperto, nella sua settimana di lavoro ha badato soprattutto all’aspetto mentale, alle motivazioni, alle responsabilità, molto più che all’aspetto tecnico. La squadra domenica ha avuto momenti difficili, a tratti ha balbettato, finendo anche a -10, ma ha trovato la forza di risalire. E l’alfiere di questa nuova faccia della Expert è Matteo Malaventura, il super capitano che ha giocato la sua miglior gara della stagione, trascinando la squadra nel momento topico e facendo anche la faccia cattiva. La sua esultanza rabbiosa è il manifesto della Napoli che non vuole più mollare. «Volevamo vincere a tutti i costi, allontanando gli spettri della crisi e dimostrando che questa è una squadra vera, che ha qualità anche morali e non vale certo la classifica attuale – spiega Malaventura – Quando eravamo in difficoltà, è scattato qualcosa. Ho sentito di dovermi prendere delle responsabilità, da capitano ero il primo a doverci provare. Ma tutti sono stati bravissimi nel finale, portando il loro mattoncino alla causa. Quando vinci così i bocciati non esistono».
La svolta frutto del cambio in panchina? «Quando cambi allenatore c’è sempre una reazione, scatta un fattore psicologico – continua Malaventura -, ma non è che prima non ci allenassimo bene. L’impegno è sempre stato lo stesso, ma siamo entrati in un vicolo cieco e quando perdi si fa dura. Ora vogliamo provare a risalire la china, senza fare progetti, vogliamo dare continuità e provare a riconquistare il pubblico che in alcune partite quest’anno è stato davvero numeroso. Se si sono allontanati è colpa nostra. Vogliamo rimediare».
La chiave è stata la difesa. «Se non difendi in questo campionato, perdi contro tutti – conclude il capitano – Abbiamo dato tutto ciò che avevamo per mettere in difficoltà Veroli. A tratti abbiamo sofferto ma comunque senza mai mollare di un millimetro».
Bianchi ha avuto ottime intuizioni, ha rilanciato Ceron e chiesto alla squadra di correre e attaccare il canestro. Il giorno dopo è l’immagine della felicità. «Avevamo di fronte una squadra organizzata che sa dove vuole arrivare e credo che averla tenuta a 64 punti sia stata la chiave della partita – dice il coach -. Ovvio, ci siano stati errori. C’era frenesia dovuta all’intensità di gioco e alla settimana tribolata. Quando sai che devi vincere a tutti i costi non è facile giocare con serenità. Questa comunque è la strada giusta e le vittorie chiaramente aiutano. Abbiamo concesso solo sei rimbalzi anche grazie a Bryan, che però dovrà lavorare molto sui tiri liberi. Il finale di Malaventura e Ceron? Sono giocatori che hanno nel dna questo tipo di impatto, possono cambiare le partite: uno per classe e esperienza, l’altro per coraggio e sfrontatezza».
Bianchi ha avuto il coraggio di mettere in panchina Black, sul 64-64 a 2’ dal termine, e di puntare sul giovane Montano, autore di una partita molto solida. Una mossa giusta, che non tanti coach avrebbero fatto. «Bisogna dimostrare coraggio in certe scelte – conclude Bianchi – Quando subentrai a Dalmonte a Teramo misi fuori squadra l’americano in una situazione simile. Montano aveva giocato bene e ho puntato su di lui. Black attraversa un momento difficile e bisogna stargli vicino».
Fonte: Il Mattino
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