Giampaolo Di Lorenzo, coach dell’Azzurro Napoli Basket, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Punto Zero nel corso di Fuori Gara. Ecco quanto raccolto da IamNaples.it:
“Ci rimettiamo un po’ tutti. Non è solo un discorso economico, lavorativo che va a toccare noi. Ci perdono giocatori, staff tecnico, staff medico, i ragazzi del settore giovanile. Ma è anche una perdita morale. Ognuna vive queste situazioni in maniera diversa. Io ho provato a diventare il motore di questa società, ma non è andata bene. Bisognava muoversi mesi fa, alle prime difficoltà. Potevamo avere le possibilità per salvare il salvabile. Purtroppo c’è un regolamento che non guarda in faccia a nessuno. Si parla di cifre, soldi, contatti, sponsorizzazioni. Nella grande città è impossibile fare pallacanestro ad alto livello. La gente non si identifica nella squadra di pallacanestro cittadina. Adesso tutti gli occhi sono puntati sul Napoli Calcio e le altre realtà sportive sono nettamente dietro. Lo sport rappresenta la cultura e l’educazione che si può avere. Noi ci abbiamo provato con il supporto dell’Amministrazione che sembrava aver coinvolto marchi importanti della società che si erano mostrati disponibile a scendere in campo, ma che arrivati al dunque, non si sa perchè, si tiravano indietro. Bastava poco per continuare a camminare, fino alla fine siamo rimasti in attesa di una risposta che non è mai arrivata. Questa è stata la cosa più triste, perchè se ce lo avessero detto non avremmo nutrito inutili speranze. Se ci togliamo dalla testa che deve arrivare il mecenate di turno, io credo che la strada giusta sia quella di coinvolgere tanti consorzi che mettono poco, ma con la giusta continuità. Questa è una realtà che può fare al caso di Napoli. Però bisogna avere un palazzetto in gestione, fondare un settore giovanile valido da cui tirar fuori giocatori, sponsor. Ma questo è un discorso a lungo termine che nel giro di qualche anno potrebbe portare frutti. Questa è una società che ha buttato tanti soldi, ma che non ha costruito nulla. Oggi noi siamo stati esclusi per poco più di 10mila euro. Purtroppo non vengono tutelate le società dalla Federazione. Non era impossibile gestire questi problemi e ripianare i debiti con un altro anno di B, magari ristrutturando l’assetto societario. A mio parere c’era bisogno di tempo che la Federazione non ci ha concesso. Ci siamo visti ieri sera con tutta la squadra, i ragazzi si sono allenati perchè ci tengono alla loro professionalità. Quando ci siamo resi conto che era saltato tutto, ai giocatori non è rimasto altro che mettersi in contatto con i propri procuratori per cercare di chiudere la stagione altrove. C’è una delusione enorme perché avevamo fatto benissimo, credevamo alla promozione. Siamo indietro di tre stipendi, bastava averne uno per andare avanti. I miei ragazzi hanno dato il massimo, ora non possono che fare le valigia e andare altrove, con rammarico. Mi porterò dentro la parte buona di questa esperienza fatta di amicizie e rapporti eccezionali con i tifosi”.
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