La BpMed non si ferma. Nona vittoria di fila contro Capo d’Orlando, la dodicesima su 13 partite disputate al PalaBarbuto diventato ormai un fortino pressoché inespugnabile e in particolare con una media di quasi duemila spettatori nelle ultime tre uscite. Ma se nel mirino del Napoli Basketball c’è il ritorno nell’elite nazionale, non può che tornare d’attualità la vicenda Palargento, il vecchio, storico impianto ridotto ormai a uno spettrale scheletro di archeologia industriale e che domenica è stato al centro di una protesta da parte dei tifosi della curva.
Una manifestazione coreografica e pacifica che punta a smuovere le acque sulla vergogna di un impianto chiuso da ben 14 anni. «Ridiamo un palazzetto alla città», era infatti scritto sul volantino distribuito prima della gara: un comunicato in cui i tifosi si mettevano provocatoriamente «a disposizione» per la ricostruzione come muratori improvvisati. Poi a metà gara la protesta si è fatta più vibrante con lo striscione esposto a bordo parquet: «Il Mario Argento lo ricostruiamo noi» con i tifosi vestiti polemicamente da operai; quindi il via ai cori contro le istituzioni.
«È incredibile che in tanti anni non si sia fatto nulla – sottolineano i tifosi storici Emilio Rossi e Jacopo Giove – e la nostra protesta voleva proprio ironizzare sull’immobilità totale. Napoli è l’unica grande città europea che non ha un impianto degno di questo nome».
A tutto ciò si aggiungono i problemi d’agibilità che tornano attuali per il Palabarbuto: la prossima scadenza è fissata per il 19 febbraio, 4 giorni prima della partita con Chieti.
«L’agibilità? Sappiamo che l’impegno del Comune è costante, siamo fiduciosi nel suo lavoro affinché ci permettano di programmare le stagioni con serenità – dice il presidente Salvatore Calise – ma è altrettanto evidente che gli atleti domenica hanno giocato in una situazione difficile, con temperatura non certo ottimale. Per quanto riguarda la protesta dei tifosi, le loro parole sono equiparabili alle nostre, perché manifestano l’intenzione di darsi da fare per rimettere in piedi un pezzo di storia dello sport napoletano. Noi comunque siamo in dirittura d’arrivo per presentare al Comune il progetto di ricostruzione del vecchio impianto, con tribune modulari, un campo principale e una serie di campi collaterali».
Intanto chi fa i salti di gioia dopo la vittoria al fotofinish contro Capo d’Orlando è il talentino di Sant’Anastasia, Nunzio Sabbatino, 19 anni, che ha segnato il canestro più importante del suo campionato: «La tripla della vittoria? Ho tirato senza pensare: una gioia indescrivibile davanti alla mia famiglia e ai tifosi. A inizio stagione sentivo il peso della maglia, ma col passare delle settimane mi sento sempre più a mio agio». Prossimo avversario: Recanati in trasferta.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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