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Il dirigente Balbi: «L’addio alla Legadue è una sentenza politica per coprire gli errori della Federazione»

Addio basket, anche per quest’anno. Napoli chiude baracca e burattini per la quarta volta nella sua storia recente, un record mortificante, incancellabile. Maione, Papalia, Cirillo, Minopoli. E in questo caso, come negli altri, il crac è provocato da inadempienze economiche o da bonifici falsi, trucchi e raggiri. A nulla è servito il tentativo di Maurizio Balbi, l’imprenditore napoletano della Lakers FlyTech trapiantato a Bergamo che ha sacrificato soldi personali, i famosi 33mila euro, per provare a riportare Napoli in vita. Dopo un’attesa eccessiva, ieri il Tnas (Tribunale nazionale dello sport) ha dato parere negativo sulla riammissione del club partenopeo, una sentenza che ricalca quelle precedenti di giudice sportivo e GGiudicante, e che quindi punta sempre l’indice sul beffardo bonifico da 3,30 euro fatto da Antonio Minopoli al posto dei 33mila euro dovuti per tasse della società professionistiche. «Il Nuovo Napoli Basket – recita la sentenza dell’Arbitrato del Coni –, non poteva non sapere del bonifico e quindi resta valido il termine del 5 ottobre come per le altre squadre e non quello del 9». Dunque il pagamento andava fatto entro il 20 e non entro il 24 ottobre.
La porta del basket per la città di Napoli resta drammaticamente chiusa. Ed è peccato perché stavolta la città aveva davvero trovato un imprenditore appassionato che garantiva una certa solidità e serietà, come ha dimostrato Balbi in questi due mesi di avventura, in cui aveva riorganizzato la squadra tenendo il coach Cavina e importanti giocatori in attesa solo grazie alla sua credibilità e alla professionalità dei tre dirigenti Liguori, Mirenghi e Ambrosino. Ieri dopo il no del Tnas, Hubalek si è accasato a Venezia in Lega A, gli altri sono senza contratto e faranno fatica a trovarlo visto che il campionato di Legadue non avrà retrocessioni e le squadre tenderanno a sfoltire le rose.
«Sono delusissimo, ero convinto che ci avrebbero riammesso, ma è stata una decisione politica per salvaguardare qualcuno che in Fip aveva palesemente sbagliato – spiega Balbi – Mi dispiace per chi ci ha seguito in questa fase: i giocatori, senza stipendio da mesi e che hanno rinunciato a contratti da altre parti per restare fedeli alla maglia, i dirigenti che ogni giorno hanno lavorato alla possibile rinascita. Ora la Fip mi dovrà ridare i 33mila euro trattenuti, visto che li ho versati personalmente dal mio conto e che non sono dirigente o tesserato della società. Il futuro? Presto per dirlo. Vedremo che possibilità si apriranno nei prossimi mesi».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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