Il percorso che ha portato dritto Gigi Datome in Nba e ai Detroit Pistons parte proprio dalla Campania, precisamente da Scafati. A 30 chilometri da Napoli l’ala nata a Montebelluna ma cresciuta ad Olbia, in Sardegna, ha trovato la dimensione giusta per poter decollare. Due stagioni in A, dal febbraio 2007 fino a maggio 2008 con i salernitani gli hanno permesso di ritrovare la fiducia che con Siena aveva smarrito. «Anche nei giorni liberi andava al palasport per allenarsi e l’ho pregato più volte di staccare la spina e di farsi un giro a Napoli» ha ricordato Marco Calvani, suo coach prima a Scafati e poi negli ultimi due anni a Roma.
Datome, in Campania ha ritrovato il sacro fuoco del basket…
«Ho ricordi molto belli. Ringrazio sempre Scafati e il presidente Nello Longobardi perché mi ha dato la possibilità di crescere e di maturare. Lì ho fatto passi avanti importanti e per questo sarò sempre grato».
Saprà della cessione del titolo di Legadue a Trapani. Scafati ripartirà dalla Dnb…
«Dispiace molto che Scafati non sia più nel circuito che conta ma capisco anche che la crisi economica abbia costretto a fare una scelta dolorosa».
Per una campana che lascia, un’altra che torna ed è l’Azzurro Napoli regina del mercato in Legadue.
«So dei nuovi acquisiti, di Brkic, Bryan, Ceron, Black e Valentini. Mi tengo aggiornato. Decisamente un ottimo inizio. Un segnale positivo in un momento di difficoltà per tutti i club».
Di Napoli, del PalaBarbuto, dei derby giocati con Scafati che cosa ricorda?
«Sicuramente il grande entusiasmo dei tifosi napoletani. È una piazza che ha fame di basket perché ha una buona tradizione. La Coppa Italia vinta non molti anni fa resta una valida testimonianza. Giocai tre partite in due stagioni contro Napoli perché arrivai a Scafati nel febbraio del 2007. Al primo anno perdemmo in casa nostra malamente, nel girone di ritorno, di oltre 30 punti. Alla seconda stagione, nel 2007-2008, ricordo che vincemmo al Pala Mangano e perdemmo a Napoli. Io diedi un buon contributo in entrambe le occasioni».
A Napoli veniva spesso?
«Quando non mi allenavo ero lì. È una città calda e che ama parecchio. Mi sono trovato benissimo da voi perché le persone sono dirette, simpatiche e ospitali. Vi dico che lì ho dei buoni amici con cui mi tengo in contatto e che considero parte della mia famiglia. Ho apprezzato molto la spontaneità dei napoletani e la grande capacità di metterti a proprio agio».
In serie A scopriamo che la crisi non esiste per Avellino. Vicine le conferme di Lakovic ed Ivanov…
«Sembra di no, stanno allestendo un gran roster. Sono stati Lakovic e Ivanov a traghettare Avellino l’anno scorso alle soglie dei playoff. Io comunque vedo Milano davanti a tutti ma anche Sassari sta facendo un ottima squadra. Ci sarà tantissimo equilibrio».
A Detroit scelto da un grande ex giocatore come Joe Dumars, presidente dei Pistons. Dalla stagione in Nba che cosa si aspetta?
«Anzitutto è un sogno che si è realizzato. Sono orgoglioso di questa chiamata dei Pistons e spero di trovare il mio spazio. Il primo impatto è stato molto positivo».
Prima dell’Nba ci sono gli Europei in Slovenia. Obiettivi dell’Italbasket?
«Il girone è durissimo con Grecia, Russia e Turchia ma in squadra c’è entusiasmo e voglia di far bene. Come ogni anno sarà il gruppo a fare la differenza».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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