Eliminato nei playoff Usa con i Denver Nuggets, Danilo Gallinari, 23 anni, è tornato in Italia assieme agli altri azzurri della Nba: Andrea Bargnani e Marco Belinelli. Abita a Lodi, domani seguirà la finale scudetto tifando per Milano, dov’è cresciuto e tornò a giocare durante il lockout americano. L’ultimo scudetto dell’Olimpia fu con Nando Gentile, padre di Alessandro, ventenne rampante. «Ha grande talento e in questi playoff si è già messo in evidenza». Prezioso anche il lavoro oscuro di Mason Rocca, a Napoli dal 2004 al 2008. «Fondamentale nelle migliori stagioni del basket napoletano. Ora sono contento che lì una squadra abbia fatto bene nella Lega di sviluppo: per la pallananestro è importante avere protagonista anche il capoluogo campano. Ricordo l’addio alla serie A con un quintetto di ragazzini».
Dagli Usa al Golfo, Gallinari non dimentica il basket nazionale. Dalla Campania nessuna squadra ai playoff scudetto. «Sì, ma Avellino li ha mancati per solo 4 punti e quattro anni fa vince una coppa Italia storica». La Juve Caserta invece ha chiuso penultima. «Ho giocato al Palamaggiò: c’è un’atmosfera incredibile, il tifo è sempre alle stelle come pure in Irpinia. I bianconeri hanno cambiato tanto ma restano nella storia del nostro basket. E coach Sacripanti in questi anni ha fatto un grande lavoro, l’ho avuto nelle nazionali giovanili».
Domani comunque il via alla finale scudetto con le prime due gare a Siena. «Il fattore campo è determinante: vincere in trasferta può essere determinante». Come andarono i suoi due mesi e mezzo in biancorosso? «Discretamente: eravamo primi a pari merito in campionato, ma il bilancio fu appena superiore al 50%, considerata anche l’Europa». L’anno scorso Dan Peterson subentrò in panchina all’ex napoletano Piero Bucchi, ora vede il duello chiave in regia. «Fra Omar Cook e Bo Mc Calebb ci sarà spettacolo. Interessante anche il confronto tra le guardie, dipenderà da come Scariolo alternerà i piccoli». E i lunghi? «Gli altri confronti sono molto fisici, Montepaschi e Armani sono davvero ben messe. Andersen è un pivot ottimo anche al tiro, Borousis è più interno». La panchina migliore? «È la forza di entrambe, si equivalgono». Meglio Pianigiani (5 scudetti e 6 finali di fila) o Scariolo (7 trofei)? «Il ct azzurro ha vinto tantissimo in Italia, il collega altrettanto in Spagna».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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