Tra le numerosi note piacevoli di questo inizio di campionato della BpMed Napoli, bisogna sicuramente includere quella che risponde al nome di Nunzio Sabbatino. L’acquisto del giovane playmaker di Sant’Anastasia, classe ’92, fece un gran rumore e consentì alla BpMed, dopo che aveva già completato il roster con i senor, di assicurarsi uno dei giovani più ricercati del campionato. Con ormai alle spalle ben quattordici giornate, l’inizio di campionato del giovane Nunzio è stato all’altezza delle aspettative confermandosi come un playmaker ancora acerbo ma con grandissimo carattere e personalità, caratteristiche che hanno portato coach Bartocci a preferirlo al più esperto Lenardon. Questa mattina il playmaker di proprietà del MontePaschiSiena è il protagonista del secondo numero della nostra rubrica “Conversazione con…”.
Ciao Nunzio, partiamo da quest’estate. Quando il tuo agente ti ha detto che per te in fila c’era anche Napoli qual è stata la tua prima sensazione: “Ciao a voi! Quando il mio agente mi disse che c’era l’interesse di Napoli ero ancora ad Agrigento a causa dell’esame di maturità e non sapevo la loro situazione perché le Wild Card ancora non erano state distribuite. Il primo pensiero fu quello che avrei avuto l’occasione di tornare a casa dopo cinque anni, che avrei potuto giocare al PalaBarbuto. E’ stata una grande soddisfazione essere chiamato dalla mia città”.
La nostra città era reduce da due fallimenti consecutivi, credi che questo abbia influenzato la tua decisione? “I dubbi ci sono stati ma non nel venire a Napoli, ma perché le società napoletane venivano da due fallimenti consecutivi e non sapevo ancora con chi andare a contrattare. Mi sono sentito spesso con il coach, anche se un tecnico ha poca responsabilità su quanto accade a livello societario, e alla fine il pensiero che dopo due fallimenti non si potessero ripetere gli stessi errori del passato ha prevalso la mia voglia di giocare nella mia città”.
Dopo mesi, sei soddisfatto della scelta che hai fatto e della società in cui ti trovi? “Per il momento stanno confermando che il progetto è sano e va tutto bene. Certo è una società alle prime esperienze ma non ci stanno deludendo”.
Nunzio nonostante la tua esperienza ad Agrigento questo è il primo anno della DNA con un numero così ampio di giovani, qual è la tua opinione su questo campionato: “Devo essere sincero, credevo che il livello generale del campionato fosse molto più basso a causa dei cinque under che ogni squadra ha in roster. Invece questa formula ha permesso alle squadre di rinforzarsi notevolmente in quanto gli over sono molto più concentrati. Il campionato è sicuramente formativo per i giovani ma, ovviamente, non basta il solo fatto di stare in roster per crescere. Ogni giovane deve riuscire a guadagnarsi lo spazio e questo tipo di formula consente ai giovani di valore di crescere”.
Passiamo al giocato. Partita dopo partita sei riuscito a guadagnarti sempre più la fiducia di Bartocci che adesso ti tiene in campo ben 18 minuti di media a partita e, in non poche occasioni, preferendoti al tuo compagno Lenardon: “Io e Simone abbiamo caratteristiche diverse quindi credo sia normale che a seconda del tipo di partita giochi più uno, piuttosto che l’altro. Ho acquistato la fiducia dell’allenatore e ne sono soddisfatto, continuerò a farlo in modo da convincerlo può fidarsi di me sempre di più”.
Quali pensi siano le squadre più forti del campionato e con maggiori possibilità di salire in Legadue: “Credo che Omegna sia un passo avanti a tutti. Grazie ad un Budget molto ampio stanno andando fortissimo perdendo una sola partita, a Ferentino, vincendo le altre sempre con una bella differenza di punti. Subito sotto Omegna credo ci siano altre quattro squadre che possono lottare fino alla fine per il salto di categoria che sono Ferentino, Torino, Capo d’Orlando e noi”.
Diciamo però, che il calendario è stato benevolo con voi in quanto affronterete Omegna e Torino solo in casa. Credi che le posssibilità della tua squadra aumentino in questo modo? “E’ vero, il calendario ci è amico perché affronteremo queste squadre solo in casa ma ciò non significa che sarà più facile. Questo è un campionato dal quale ci si può aspettare di tutto, abbiamo dato 20 punti a Latina e loro ne hanno 20 a Capo d’Orlando”.
Parlando del vostro campionato, caratterizzato da un inizio strepitoso, poi un po’ di fatica soprattutto nelle ultime partite in trasferta, cosa sta succedendo? “E’ normale che in casa l’adrenalina del PalaBarbuto ci dia una mano notevole non credo però che le partite in trasferta le prendiamo sotto gamba. Abbiamo avuto un mesetto difficile con alcuni infortuni e parecchie gare infrasettimanali e non eravamo abituati a certi ritmi. C’è da considerare anche che siamo la prima in classifica nella nostra conference e quindi le squadre che ci affrontano danno sempre il massimo. In queste sconfitte credo, però, che siamo stati noi a buttarle via, facendo scelte difficili, con molte palle perse e poca lucidità nei momenti importanti”.
Vi aspettavate un seguito di pubblico così importante: “No, assolutamente. Ci aspettavamo gente ma un seguito di quasi 1500 spettatori a partita, in questa categoria poi, non è da tutti. Considerando anche tutti i fallimenti, non ti aspetti che in città ci sia ancora così voglia di pallacanestro”.
Ti piacerebbe giocare con la maglia di Napoli in serie A? “Diciamo che mi piacerebbe giocare in Serie A, farlo poi con la maglia di Napoli sarebbe un qualcosa di ancor più importante”.
Il tuo sogno: “Quello di diventare un giocatore professionista, certo giocare in DNA e far parte della Nazionale Under 20 sono già belle soddisfazioni ma, come ti dicevo prima, giocare in Serie A sarebbe il mio sogno. Ci sto lavorando anno dopo anno e spero di riuscire a guadagnarmelo un giorno”
Allora Nunzio ti lascio augurandoti che questo sogno possa diventare presto realtà, grazie per questa bella intervista. “Me lo auguro, grazie a te”
Servizio a cura di Enrico De Pompeis
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