Per la consueta rubrica settimanale, la nostra redazione ha portato ai nostri microfoni Nicola Bastone, ala della BpMed Napoli. Il ragazzo classe ’92 nelle ultime partite si sta dimostrando un tassello importante a disposizione di coach Bartocci. Abbiamo analizzato con lui il momento personale e del gruppo.
Nicola, innanzitutto cosa hai pensato quando è arrivata la chiamata da parte della società quest’estate?
Sono rimasto sorpreso. Il roster che stavano allestendo era composto da nomi importanti. La chiamata mi ha inorgoglito e per me non è stato difficile accettare una tale proposta, da parte di una piazza importante, pronta a ripartire per riportare il grande basket a Napoli.
Ti aspettavi di andare a giocare in una squadra così forte?
Di sicuro era una squadra ben fatta. Non pensavo che potesse dominare il campionato: stiamo parlando di una squadra che ha perso solo 5 partite. Alla vigilia, soprattutto quando in ballo c’è una società neonata, non è facile fare pronostici. Noi abbiamo dimostrato di appartenere sicuramente all’elite di questa stagione di DNA.
Nelle interviste ai tuoi compagni di squadra si evince sempre che il segreto del successo di questa BpMed sia il gruppo. Puoi svelarci un altro vostro punto di forza?
Forse il fatto di essere sempre affamati di vittoria. Abbiamo iniziato con una striscia positiva di 8 vittorie consecutive, poi c’è stato un periodo un po’ buio, ma quando si è riaccesa la luce non abbiamo più smesso di perdere collezionando 13 vittorie su 14 gare.
Voglia di vincere che sicuramente ci sarà anche a Legnano nelle Final Four di Coppa Italia…
Abbiamo sudato e ci siamo impegnati con costanza in allenamento per raggiungere le finali di Legnano. Andremo lì, così come in qualsiasi partita disputata, puntando alla vittoria. Ci sono squadre forti come Torino che affronteremo in semifinale e poi per l’eventuale finale ci sono Omegna e Trento, tutte candidate per il passaggio in Legadue. Dal canto nostro non ci poniamo obiettivi, lotteremo sicuramente in campo e poi vedremo…
Prima della Coppa, però, vi aspettano due match importanti come quello con Anagni questa sera e con San Severo al PalaBarbuto domenica?
Ci siamo allenati bene affronteremo le sfide nel miglior modo possibile. Queste due partite sono importanti, non solo per il morale, ma soprattutto per acquisire la certezza matematica del primo posto nella conference Sud Ovest. Peccato per alcuni infortuni subiti da alcuni compagni come Iannilli, che non ha ancora smaltito l’infiammazione alla schiena. Lenardon? E’ qui vicino a me, mi ha detto che domani sarà del match (ride, ndr)
Dopo uno scorcio di stagione in cui hai faticato a trovare spazio, stai sgomitando nelle rotazioni e nell’ultimo periodo sei stato protagonista di prestazioni importanti…
Si, sono felice di questo. Non è stato facile l’approccio con questo campionato; però ho sempre dato il massimo sia nelle sedute, sia quando sono stato chiamato in causa durante le partite. Cerco di fare il possibile per mettere in difficoltà il coach che mi sta aiutando non poco nel processo personale di crescita.
Una domanda sul nuovo arrivo: Alessandro Porfido. Come lo avete accolto e che impressione ti ha fatto in allenamento?
Lo abbiamo accolto nel miglior modo possibile. Stiamo cercando di metterlo a proprio agio. Si tratta di un giocatore molto tecnico dotato di un buon tiro. Pian piano sta entrando negli schemi della squadra. Continuerà ad impegnarsi così come ha fatto fin dal primo giorno e ci darà un apporto importante nell’ultimo scorcio di stagione, ma soprattutto a Legnano e nei playoff.
A tuo avviso il progetto Napoli Basketball è quello giusto per portare Napoli sui palcoscenici che gli competono?
Penso di sì, il progetto è ambizioso. La società è mossa da una passione generale che non può che fare bene alla piazza. Noi stiamo mettendo un tassello importante per la rinascita con le nostre prestazioni.
Per concludere, qual è il tuo sogno nel cassetto?
Io penso sempre a dare il massimo, senza pormi obiettivi particolari. Mi impegno per diventare il miglior giocatore possibile. Ovviamente giocare in categorie superiori sarebbe un qualcosa di eccezionale dal punto di vista personale.
Servizio a cura di Stefano D’Angelo
