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ESCLUSIVA – A Canestro con… Lenardon: “Il nostro segreto? La voglia di vincere!”

"A Recanati con grande determinazione. Bisogna sostenere il progetto Napoli Basketball"

Il playmaker è un ruolo fondamentale nello sport della pallacanestro. E’ il giocatore che detta i ritmi, che fa girare la squadra, capace di leggere il tipo di difesa adottato dagli avversari. La BpMed Napoli, in cabina di regia, può fare affidamento su Simone Lenardon, play classe ’85. L’ex Trieste è stato sicuramente tra i protagonisti assoluti fin qui di questa entusiasmante stagione azzurra, dando un contributo considerevole alla causa partenopea. Per la nostra consueta rubrica lo abbiamo portato ai nostri microfoni:

Simone, innanzitutto cosa hai pensato quando è arrivata la chiamata da parte della società quest’estate?

Ho subito pensato che per me Napoli sarebbe stata un’occasione importante. Poter far parte di una piazza importante come quella partenopea è una cosa che mi inorgoglisce. Inoltre, sono stato stimolato dal progetto e da coloro che mi hanno descritto un tifo davvero caloroso.

Sei diventato una pedina fondamentale per questa BpMed, ma ad inizio stagione faticavi a  carburare…

Il mio approccio col campionato non è stato brillantissimo. Ho avuto bisogno di tempo per metabolizzare le richieste del coach che mi chiedeva di sacrificarmi per la squadra e giocare in modo diverso rispetto alle mie annate passate. Fortunatamente col tempo le cose si sono messe decisamente meglio, grazie soprattutto all’aiuto di Maurizio Bartocci che mi è sempre stato vicino in questi momenti difficili.

Infatti, sei cresciuto insieme alla squadra che, dal match interno con Anagni, ha trovato una giusta dimensione ed una precisa identità di gioco, praticamente non perdendo più una sola partita.

Giusto! Da quella partita la musica è cambiata. Da allora abbiamo trovato una certa continuità di gioco e nei seguenti incontri siamo stati capaci di giocare con la stessa intensità lungo tutto l’arco dei quaranta minuti. Anche se a volte, come è normale che sia, abbiamo dei momenti di black-out.

Una continuità che vi ha concesso di portare a casa il bottino pieno contro squadre del calibro di Torino, Omegna e Capo d’Orlando. Ve lo aspettavate?

Personalmente non credevo di rimanere indenni da queste sfide. Sicuramente siamo scesi in campo sempre per vincere e questo ci ha premiati. Battere squadre di questo calibro ci ha dato una grande forza ed una certa consapevolezza nei nostri mezzi.

Nelle interviste ai tuoi compagni di squadra si evince sempre che il segreto del successo di questa BpMed sia il gruppo. Puoi svelarci un altro vostro punto di forza?

Oltre al gruppo, credo che sia importante come componente psicologica la voglia di vincere di tutti noi. Ogni giocatore di questa squadra è determinato a voler arricchire i proprio palmarès.

Voglia di vincere che sicuramente ci sarà anche a Legnano nelle Final Four di Coppa Italia…

Raggiungere le finali di Coppa per noi è stato un gran traguardo, frutto del grande sacrificio da parte nostra e di tutto lo staff. Ovviamente, come ogni volta in cui scendiamo in campo, proveremo a vincere. Il primo avversario è Torino, squadra con cui ci siamo già confrontati e con cui abbiamo avuto modo di constatare la sua forza. Non sarà facile, ma di sicuro ci proveremo!

Prima della Coppa, però, ci sono altre sfide importantissime: la prima è la trasferta di Recanati. Come arrivate a questo match?

Decisamente bene. Siamo in un periodo positivo e arriviamo a questo match in un ottimo stato di forma, sia mentale che fisica. Infatti, dopo tanto tempo, questa settimana non ci sono stati infortuni che hanno impedito di allenarsi a qualche componente della squadra. Ci siamo allenati tutti e stiamo preparando questa sfida al meglio. Non sarà un’impresa agevole battere Recanati che può contare su un roster di assoluto livello e con delle ottime individualità come Evangelisti

Evangelisti si è rivelato la spina nel fianco delle difese delle compagini di DNA. All’andata Bartocci provò una mossa tattica, mettendo proprio te sulla guardia marchigiana in difesa. Fu una mossa che si rivelò vincente. Da questo punto di vista, credi che il coach applicherà la stessa mossa?

Innanzitutto, il giocatore di cui stiamo parlando è uno dei big della DNA. E’ il secondo realizzatore dopo il nostro Musso. Sarà, dunque, un’impresa ardua contrastarlo. Noi dobbiamo limitarlo a tutti i costi e se il coach mi chiedesse di svolgere lo stesso compito dell’andata, di certo non mi tirerei indietro.

A tuo avviso il progetto Napoli Basketball è quello giusto per portare Napoli sui palcoscenici che gli competono?

Quello del Napoli Basketball è un progetto serio, nato dalla passione di un gruppo di persone che si prodigano continuamente per costituire una realtà vincente. Credo che il piano di questa società debba essere sostenuto e condiviso, perchè ha tutte le carte in regola per tornare a calcare i parquet dell’elite nazionale e forse anche internazionale.

Per concludere, qual è il tuo sogno nel cassetto?

Il mio sogno nel cassetto è vincere qualcosa con questa maglia. Sarebbe eccezionale conquistare la Legadue sul campo, o vincere la Coppa Italia. Legadue con Napoli? Magari, ma per adesso penso solo a far bene e a puntare sugli obiettivi che ci siamo prefissati!

Servizio a cura di Stefano D’Angelo

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