“I Believe” è un po’ il sunto del pensiero, nonché slogan dei tifosi del Napoli Basketball, della guida, dell’anima, del cervello di questa BpMed. Stiamo parlando di coach Maurizio Bartocci che abbiamo avuto modo di intervistare in esclusiva a poche ore da gara 2 della Semifinale playoff tra Trento e Napoli.
Coach è stata una sconfitta bruciante quella maturata domenica scorsa al PalaBarbuto; diciamocelo chiaramente, lei se lo aspettava?
Sicuramente no. Eravamo carichi e determinati per ipotecare la serie. La partenza è stata impeccabile, anche se abbiamo consumato tante energie nervose e questo aspetto si è rivelato controproducente per noi. Loro sono stati bravi a rientrare a fine secondo quarto recuperando gli oltre 17 punti di scarto che abbiamo rifilato e poi… è andata come è andata!
Eppure l’avvio spumeggiante lasciava sperare ben altro: a suo avviso cosa non ha funzionato?
Una delle cose negative, l’ho detto spesso nelle scorse settimane, è che siamo rimasti fermi per oltre venti giorni. Abbiamo disputato solo due test con Chieti che, inoltre, erano tutt’altro che partite da clima playoff. Dopo il rientro da parte di Trento nel match ci siamo disuniti ed abbiamo costruito ben poco e per questo è arrivata la beffa.
Abbiamo visto i ragazzi particolarmente nervosi, su tutti Musso e Iannilli. Questo atteggiamento non ha giovato alla squadra…
Musso e Iannilli sono pedine importanti per il nostro scacchiere, due ragazzi che sentivano particolarmente il match proprio perché sanno che dalle loro mani passano palloni importanti. E’ vero che in alcuni momenti del match, specie nel terzo quarto, hanno accusato un po’ di nervosismo, ma credo che la causa sia solo rintracciabile nella voglia di far bene per non deludere chi crede in loro.
Un clima surreale a fine partita con giocatori e dirigenza ammutoliti e sul viso il rammarico di chi non ci credeva. Come ha gestito in questi pochi giorni la situazione?
Uno dei problemi più grossi è stato ricreare tensione nervosa all’interno dello spogliatoio e far riacquisire fiducia al gruppo. Abbiamo avuto due giorni per metabolizzare la sconfitta e non piangere più sul latte versato. La squadra ha rivisto le cose che non andavano in gara 1 constatando tutti gli errori commessi sia in attacco che in difesa.
Non c’è stato, dunque, molto tempo per digerire questa bruciante sconfitta, come è stata la risposta dei ragazzi?
Pare che i ragazzi stiano rispondendo bene. Lunedì c’era molto dispiacere, molta difficoltà ad accettare un risultato del genere quasi impossibile per noi. Pian piano la squadra sta ritornando a girare e negli occhi dei miei uomini vedo la voglia di riscatto
Che match vi aspetta a Trento?
Trento ha dalla sua il fattore campo e il privilegio, guadagnato proprio a Napoli, di essere in vantaggio nella serie e al ‘match ball’. Di sicuro saranno galvanizzati da tutto ciò. Noi dobbiamo avere quella cattiveria agonistica fondamentale per affrontare un avversario del genere lontano dalle nostre mura amiche. Combattere su ogni pallone: è questo quello che sto chiedendo ai miei ragazzi!
Il gruppo crede nell’impresa?
Certo! Noi andiamo lì per giocarcela e vincere contro una signora squadra. Non dimentichiamo che Trento era una delle squadre che ha preso parte alle Final Four di Coppa Italia a Legnano. Dal canto nostro andiamo in campo con la consapevolezza di chi sa di aver vinto partite importanti su campi molto difficili: non a caso abbiamo conquistato i due punti in 13 delle 17 partite totali lontano dal PalaBarbuto.
In conclusione, cosa si sente di dire ai tifosi che sono accorsi in massa al PalaBarbuto domenica scorsa?
Guarda, il dispiacere maggiore di tutti noi nasceva dall’aver perso una partita importante di fronte ad un pubblico così caloroso e numeroso. I ragazzi, lo staff tecnico, lo staff dirigenziale sono mossi dalla voglia di ritornare a Fuorigrotta per offrire la vittoria con il conseguente passaggio del turno agli straordinari tifosi napoletani!
Allora ci rivediamo al PalaBarbuto domenica?
[Ride,ndr] Speriamo! Noi ci crediamo!
Servizio a cura di Stefano D’Angelo
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