Il ritorno di Napoli in serie A, il recupero del Palargento, la convocazione in azzurro di Ceron, il futuro della Nazionale. Full immersion partenopea per il ct dell’Italia Simone Pianigiani in occasione del clinic nazionale per allenatori che si è tenuto al Polifunzionale di Soccavo organizzato da Fip e Vivibasket con un record di partecipanti.
Coach Pianigiani, Napoli sta provando a rientrare tra le big della palla a spicchi.
«L’ultima mia volta a Napoli, fu per una partita al Palabarbuto della Montepaschi contro la Napoli di Papalia. È passato tanto tempo, ora, dopo una serie di esperienze negative, per fortuna il basket sta tornando in questa città. So che c’è apprensione per il tentativo di acciuffare i playoff in extremis. Ma mi pare molto più importante, al di là delle vittorie e delle sconfitte, consolidare il progetto, fortificarsi e pianificare. Il basket italiano ha bisogno delle grandi città e la presenza di Napoli è decisiva per tutto il movimento. Non bisogna avere fretta».
Di pari passo c’è un progetto di ricostruzione del Palargento.
«È chiaro che ci vuole un grande impianto, un palasport da 8-10mila posti. Questo tra l’altro dimostra che si guarda lontano».
Tra i convocati della sua Nazionale sperimentale che si radunerà a Roma per una due-giorni,c’è un giocatore della Expert, Marco Ceron.
«Lui fa parte del gruppo di giovani che stiamo seguendo, ragazzi che hanno terminato la loro carriera giovanile e che ora devono fare il salto di qualità. Sta facendo molto bene a Napoli, sta crescendo ed è un giocatore interessante. Nel gruppone ci sono anche altri tre campani, Biligha di Avellino e Vitali e Tommasini di Caserta. Segno evidente che questa regione è viva e vegeta e che è terra fertile di pallacanestro».
Il presidente della Fip, Petrucci, ha chiesto aiuto al Coni per evitare l’eccesso di stranieri e tutelare il patrimonio dei giocatori italiani. È d’accordo?
«Io credo che quando ci sono italiani forti, tutti gli allenatori li mettono in campo. Il tentativo deve essere quello di formare giocatori competitivi al di là dei numero di stranieri consentito. Come dimostrano i quattro giocatori italiani che sono in Nba, Belinelli, Gallinari, Bargnani e Datome».
Niente wild card per i mondiali, ora l’obiettivo per l’Italia sono le Olimpiadi?
«Approvo la rinuncia alla wild card visto che costava 850mila euro ed era diventata un’asta. L’ultimo europeo ci ha visti grandi protagonisti nonostante il numero mostruoso di infortuni. Ora vogliamo lavorare duro per i prossimi appuntamenti e le Olimpiadi 2016 sono il sogno. Ma ci sarà ammissione diretta solo per due europee, ci vorrà un’impresa».
Fonte: Il Mattino
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