«Pronti a sorprendere». E Juan Marcos Casini, nuovo argentino di Napoli, è tutt’altro che uno spaccone. Modesto, educato, non fa proclami, ma quando si parla del carattere della sua squadra, non riesce a nascondersi. «È un gruppo incredibile ed è difficile dire quale siano i nostri limiti: quando giochi con il cuore non ci sono avversari che possano far paura». A cominciare dall’esordio casalingo di domenica contro Verona. Il mancino di Cordoba, ha passaporto italiano grazie ai bisnonni torinesi da parte di padre e abruzzesi da parte di madre, e la sua carriera si è sviluppata tra Jesi, Cantù, Pistoia e Scafati. E ora Napoli, dove si aspettava un pubblico più numeroso.
«Speriamo vengano in tanti domenica, alla prima di campionato – continua – certo, la loro presenza dipende da noi, da come giocheremo e dai risultati. Siamo partiti bene: far fuori Scafati dalla Coppa Italia non era facile. Peccato ora non avere Zacchetti: la diagnosi del doppio legamento rotto ci ha scosso. Lui è importante per questa squadra e lo aspettiamo al più presto, sperando possa giocare qualche partita di questa stagione».
Sul fronte mercato, ieri sembrava invece il giorno giusto per chiudere la trattativa con Metreveli; ma alla fine Brescia ha rilanciato e il georgiano si è allontanato da Napoli. Il club sta così esaminando altre possibilità, ma è difficile che il nuovo arrivato possa giocare domenica. Bartocci dovrà aggrapparsi anche allo spirito guerriero di Loncarevic, giovane casertano di origine slave, ingaggiato per allungare la panchina ma che ha dato finora un contributo molto superiore alle attese.
Casini intanto scalda i motori: «Tenendo conto della pazzesca serie di problemi fisici questa squadra sta facendo cose fantastiche. Credo che il gruppo compatto, la voglia di sacrificarsi e lottare, siano il vero segreto. E il merito, come sempre, va diviso tra tutti: coach, dirigenti, giocatori. Aspettiamo questa prima partita con grandissima voglia di sorprendere ancora. Sappiamo che per vincere dobbiamo fare una prestazione eccezionale, ma siamo pronti».
Da argentino, Casini, sente il feeling speciale con la città. «Quello lo avverti ovunque, anche quando entri al supermercato. Appena sanno che sei argentino, avverti l’affetto che ti circonda. Maradona qui è stato un dio; ma credo sia anche un fatto atavico, relativo alla razza. Tanti napoletani sono andati in Argentina e c’è una grandissima mescolanza. E poi caratterialmente siamo uguali».
Viene da Cordoba, la stessa città di Hugo Campagnaro. «So che è mio concittadino, ma non lo conosco, forse quest’anno ci sarà l’occasione per incontrarsi. Anzi lo invito al Palabarbuto. Seguo molto il calcio, tifo Inter ma simpatizzo per il Napoli». E sul parquet la coppia con Clemente? «È un grande talento ma anche un ragazzo umile, bravissimo: con lui mi trovo alla perfezione». L’assenza di sponsor? «Speriamo si risolva, noi dobbiamo pensare a giocare ma confido in un intervento che aiuti Napoli a restare nell’élite del basket».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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