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Calvani: «Ci siamo, l’attesa è finita. Il gruppo è unito, non vediamo l’ora di iniziare»

Marco Calvani, coach della Givova Napoli, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia del match d’esordio di domani al PalaBarbuto contro la FMC Ferentino. Ecco quanto raccolto da IamNaples.it:

“La prima è un po’ come se fosse Natale per un bambino, il quale non aspetta altro per scartare i regali. Siamo più o meno nella stessa situazione, c’è molta attesa per vedere quello che abbiamo fatto fino ad oggi e come riusciremo a metabolizzare tutto il lavoro. Ci auguriamo di riuscire a finalizzare giornata dopo giornata quanto abbiamo prodotto in fase di preparazione. Quintetto? Abbiamo fatto degli esperimenti durante questo scorcio di pre-campionato. Eravamo partiti con una certa idea, ma l’assenza del playmaker titolare ha ridimensionato i nostri piani. Ovviamente Sabbatino non è Traini, altrimenti avremmo scelto lui e non Andrea in fase di mercato. La squadra è al di sopra di tutto quello che succede. Dobbiamo avere la forza di affrontare le vicissitudini e superarle. Nunzio ci darà una grande mano, pensiamo di essere in linea per superare questa mancanza importante. Non vogliamo alibi. Il gruppo? Per dare rilevanza e importanza al gruppo ho esasperato il concetto. Ai giocatori ho detto che per assurdo possono anche criticare me se serve ad essere uniti. Se lo spogliatoio funziona i risultati arrivano, questa è una certezza per tutte le discipline sportive di squadra. Tra di noi comunque c’è grande rispetto. In allenamento pretendo il massimo. Se tra i giocatori si verificano scintille, è l’allenatore ad avere grande responsabilità. Il concetto che ho trasmesso ai miei giocatori, sin dal primo colloquio prima della firma, è di aver rispetto per tutte le componenti. A livello storico abbiamo visto grandi allenatori che hanno convissuto con giocatori di assoluto livello perchè c’è unità di intenti. Molto dipende anche dalla forza societaria perchè quando non c’è solidità ed unione tra le parti. Brooks? In sede di costruzione della squadra abbiamo cercato di poter distribuire le qualità individuali per un gruppo equilibrato. Brooks ha grande energia, intensità. A volte c’è bisogno quasi di rallentarlo. Però preferisco avere un giocatore con la sua intensità da gestire. Metreveli? Farà parte dei dieci, vedremo se potremo utilizzarlo. Thomas? Non ha bisogno di presentazioni come Jackson. Quando un giocatore riesce a stare per tanti anni in un campionato, si tratta di un elemento importante. Grande merito a Ferentino per averlo scelto. Ganeto è un giocatore adatto per la tipologia di giocatore che avrà di fronte. Starks? E’ stato uno tra i migliori al college. Lo stavamo seguendo in sede di mercato, ma la mia idea era quella di non mettere un americano davanti a Spinelli. Playmaking? La nostra situazione è questa. Devo andare avanti a cercare di trovare risorse da parte dei giocatori che abbiamo in organico. Allegretti? Ha avuto un intervento chirurgico in estate e nello scorso campionato ha giocato pochissimo nel girone di ritorno. Le risposte del campo sono soddisfacenti in questo pre-campionato, l’ho visto bene in campo. Ci darà una grande mano con la sua esperienza. Pacchetto lunghi? Abbiamo fatto un precampionato abbastanza travagliato. Il pacchetto di lunghi per quanto mi riguarda è consistente. La presenza di Brkic e Allegretti può dare esperienza, mentre Metreveli e Brooks possono dare freschezza”. L’ambiente? Sono sempre molto incisivo sia con la squadra sia con la proprietà. Ho sempre detto quello che pensavo. Questa dirigenza nel tempo ha capito il mio carattere. Ci dovrebbe essere un sold-out per quanto prodotto dalla società in questi mesi. Sappiamo benissimo, però, che non si può avere tutto e subito. C’è necessità di metabolizzare questa nuova realtà di pallacanestro a Napoli. Molto dipenderà anche dai nostri risultati. Petrucci? Mi ha portato in nazionale circa 20 anni fa, tra di noi c’è grande stima. E’ un dirigente che ha dimostrato una mentalità imprenditoriale. Sa benissimo che la presenza di piazze come Napoli possa essere di spinta per il movimento cestistico. Tutto è legato ai nostri risultati. Pressioni? Credo ci voglia il giusto equilibrio. Faccio un lavoro che mi piace, a differenza della stragrande maggioranza di persone, dunque credo sia anche giusto avere delle pressioni. 

Dal nostro inviato al PalaBarbuto Stefano D’Angelo

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