Marco Belinelli, dallo United Center che fu teatro delle performance di un certo Michael Jordan al playground napoletano allestito dall’Nba Italia il 13 e 14 luglio alla Rotonda Diaz. Arriva da una stagione stremante che lo ha consolidato a soli 27 anni come il cestista italiano più blasonato negli Stati Uniti, dove ci sono quelli del piano di sopra. Per intenderci quelli dell’Nba. Si perché il Beli, più “Toro” o meglio “Bull” che “Stallone” vista la somiglianza con il celebre “Sly”, è arrivato dove nessun italiano ha mai osato. Con Chicago ha raggiunto le semifinali di conference dopo una feroce serie contro i Brooklyn Nets durata fino alla settima gara e vinta proprio alla “bellissima” con una partita da urlo dove l’esterno di San Giovanni in Persiceto ha realizzato 24 punti.
Marco, a luglio sarà a Napoli per l’Nba3X, il 3 contro 3.
«Sono molto contento di venire a Napoli. Sicuramente sono molto felice di ritrovare i tifosi di basket di Napoli, sempre appassionati. So che Napoli l’anno scorso ha battuto il record europeo di squadre iscritte al torneo. Niente male, davvero».
La sua Fortitudo non esiste più e il titolo di quella Fortitudo-Biancoblù lo ha acquisito proprio Napoli.
«Mi dispiace molto per come è finita la storia della Fortitudo. Sicuramente Napoli è una piazza che ha grande fame di basket. La partita più importante della carriera l’ho giocata contro di loro, contro la Carpisa, nelle semifinali di sette anni fa. Mi sono ispirato a quella gara per giocare al meglio la “bellissima” contro i Nets».
Il basket in Italia si sviluppa anche in provincia ma è giusto recuperare grandi città. Napoli, come Bologna, è una di queste.
«Sicuramente e sono due città con grandi tradizioni nella pallacanestro. Perderle sarebbe un delitto per tutto il sistema. Eppure grandi città come Napoli o come l’anno scorso la Biancoblù Bologna non sono riuscite a giocare neanche nella massima divisione ma in Legadue. Segnale chiaro della crisi. Questi club per fare bene devono ripartire dai settori giovanili cominciando a diffondere e a parlare di basket dalle scuole elementari. I vivai sono la base di una buona società».
Dall’azzurro di Napoli all’azzurro della Nazionale: senza Gallinari, infortunato, sarà Belinelli il leader della Nazionale in Slovenia?
«Ho già parlato con il ct Pianigiani. Per me questa estate sarà importante perché sarò free agent (in scadenza di contratto) dal primo luglio, quindi non so ad oggi quale sarà il mio futuro e dovrò valutare bene la mia situazione contrattuale e la mia condizione fisica. Ho sempre tenuto alla Nazionale non sono mai mancato. Se ci saranno le condizioni giuste io ci sarò».
I playoff italiani stanno entusiasmando per ritmo, tattica ed intensità. Popovich, il coach degli Spurs, vuole giocatori europei. Il basket del vecchio continente può insegnare qualcosa agli americani sotto l’aspetto della tattica?
«Vedo pochi punti di contatto. Vero, a Popovich piacciono gli europei ma per lui l’importante è il carattere di una persona».
Chi vincerà il campionato italiano e chi l’anello Nba?
«In Italia Siena. L’anello vorrei che lo vincessero gli Spurs ma Miami è davvero molto forte».
Carmelo Prestisimone per “Il Mattino”
La Redazione
P.S.
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