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Basket, Meneghin: “Su Napoli occhi aperti, la wild card va meritata”

 

Vanno bene la fame (o la sete come dicono i manifesti dei tifosi) di basket e la voglia di dare a quel movimento di base una “locomotiva” che lo traini anche ad alti livelli, ma con gli occhi ben aperti. Perchè sbagliare è umano ma perserverare, quello no, è decisamente diabolico. E la Fip, ossia il Palazzo del basket, stavolta non vuole cascarci. Dino Meneghin vuole fare le cose per bene: la Lega3, il nuovo campionato creato ad hoc per riportare nel giro che conta grandi piazze rimaste ‘a secco’, avrà una  selezione rigorosa. Niene salti nel buio come nella vicenda Papalia, niente incertezze: chi otterrà l’accesso al nuovo campionato con una wild card dovrà dare garanzie economiche precise rispettando in maniera rigida i parametri. Di più: non basta aver fatto la domanda, com’è accaduto a Napoli e ad altre nove piazze, per essere certi di esserci. Parole che suonanoe come un monito per chi voglia o si dica pronto a raccogliere la tradizione cestistica di Napoli e a tentare l’ennesima rinascita dalle ceneri. 

Egregio Presidente Meneghin, Napoli è tra le piazze che chiedono una wild card: la quarta e ultima la assegnerà lei in persona… “In realtà non sono ma il consiglio federale e questo in base ad una serie di parametri rigidi (società per azioni, impianto da 2500 posti e settore giovanile i prinicipali, nda). Detto questo posso aggiungere che sarà una scelta difficile: la wild card nasce dalla voglia di riportare nel giro che conta grandi città, ma in lizza ci sono dieci realtà importanti. E poi bisogna vedere chi otterrà l’accesso alla Lega3 sul campo. Insomma, scegliere non sarà facile.”

Eppure c’è chi giura che Napoli la wild card ce l’abbia già in tasca….“Non è assolutamente così. Napoli è una piazza importante ma tra quelle che hanno fatto domanda di pre-iscrizione ci sono realtà importanti che spaziano da Trento a Bari. Il nome della città non conta, contano il progetto di una società solida dal punto di vista economico che sia radicata sul territorio anche con l’attività giovanile. Sarà una scelta difficile tra le condidate forti e alla fine inevitabilmente si scontenterà qualcuno”.

Per ora il progetto di Napoli, con Iniziativa Popolare che si è accordata col Pontano, non ha ancora contorni definiti…. “Napoli è una pretendente come le altre nove. La Buona volontà di chi voglia fare qualcosa per riportare il basket in questa città è lodevole ma i parametri sono uguali per tutte”.

Dunque sbaglia chi dà per scontato che Napoli sia già in Lega3…. “Non c’è dubbio. Napoli è una città che ha una grande passione per il basket e un bacino d’utenza importante ma dovrà dimostrare come le altre di avere tutte le carte in regola “.

La Fip ha ‘spinto’ più di una volta la rinascita di Napoli e non sempre con effetti positivi…. “Avevamo dato fiducia a progetti che poi non si sono rivelati solidi, ma erano scelte sempre dettate dalla voglia di recuperare al movimento al movimento le grandi piazze. Certo, risalire sul campo è sempre la cosa più auspicabile”.

In Lega3 ci sarà anche S.Antimo: come si regolerà la Fip se il Club di Cesaro chiederà il trasferimento a Napoli? Non si correrà il rischio di ritrovarsi con due squadre in Lega3? “E’ ovvio che se ci fosse già una squadra in città si privileggerebbero nella scelta delle wild card altre realtà che ne sono prive, ma tutto questo potrebbe profilarsi solo se S.Antimo chiederà il trasferimento a Napoli”.

Lei ha detto di recente che al Sud c’è un grande movimento di base ma che manca una locomotiva: cosa intende? “Una squadra che sia il faro per tutto il Sud, una realtà trainante capace di avvicinare ragazzi e appassionati al basket. Brindisi in serie A sta facendo bene ma penso anche a Caserta. Ecco, sarebbe bello che ci fosse una realtà come la Juve dei Maggiò capace di ottenere risultati ma anche avvicinare la gente alla pallacanestro e di investire sui giovani”.

Ma al Sud è sempre difficile trovare imprenditori e sponsor….“Bisognerebbe investire considerando il territorio, un pò come fece ai miei tempi Borghi che abbinò il marchio Fides alla Partenope investendo sul territorio e aumentando il fatturato. Sarebbe un bene anche per l’economia.

La sorte di Napoli sarebbe stata diversa se ci fosse stato il Mario Argento… “Quello degli impianti è un problema endemico di tutto il basket italiano, non solo di Napoli o del Sud. Abbiamo perso l’assegnazione degli Europei e dei Mondiali per non avevamo un palasport da 15mila posti che invece ci sono in Serbia o addirittura in Repubblica Ceca. Finchè non avremo strutture adeguate resteremo ai margini. In questo senso il caso del PalArgento, una sorta di telenovela brasilina, è emblematico. Capisco che a Napoli ci siano altri problemi, ma un palasport sarebbe un volano economico, crea lavoro e ricchezza”.

Magari la soluzione per il basket potrebbe essere far giocare solo chi ha i numeri per farlo… “Non siamo ancora maturi per importare il modello Nba, siamo legati alla cultura della promozione e della retrocessione sul campo”.

Fonte: Cronache di Napoli

La Redazione
S.D. 

 

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