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Basket, il Napoli è pronto a riprovarci

Il presidente Calise assicura «Nessun pessimismo nonostante la crisi»

Nessun allarme, il progetto Napolibasketball va avanti. Tra notevoli difficoltà, vista anche la situazione economica generale che ha mandato in crisi club nobili come Treviso e Roma, che ha fatto sparire Teramo, che ha impedito a 3 squadre di Dna di iscriversi al campionato, che sta facendo saltare club storici di A femminile. In un momento così difficile, la società di Salvatore Calise si compatta e resiste, sperando di trovare presto uno sponsor di rango. E intanto resta alla finestra per un ripescaggio, ipotesi comunque assai remota. Molto più probabile la partecipazione alla Dna a 22 squadre in due gironi.
Intanto, il club guarda lontano. Presentata infatti anche la bozza del video del progetto della ricostruzione del «Mario Argento» e della trasformazione dell’area di viale Giochi del Mediterraneo in un «Quartiere dello sport» che includerebbe anche la Scandone e il centro tennis della Fit. Il Palabarbuto «sparirebbe» (è un prefabbricato) per lasciar spazio a strutture parallele, negozi a tema, che sorgerebbero accanto all’impianto principale da 8000 posti con attigue palestre. L’obiettivo è svilupparlo con la collaborazione dei privati grazie all’ampio spazio dedicato al terziario. «Presenteremo il progetto entro 20 giorni al Comune, ma è ovvio che non sarà il solo a finire sulla scrivania degli assessori e del sindaco» spiega l’autore, l’architetto Enzo Iannucci.
Tornando al basket, Calise preferisce invece far di nuovo chiarezza: «Rispetto a un anno fa siamo a un punto più avanzato per quanto concerne l’organizzazione della stagione agonistica. Per questo non riesco a comprendere il pessimismo che ci circonda. Abbiamo trattative in corso ma è chiaro che, non dovessero andare a buon fine, ci troveremmo in una situazione complessa: questo non vuol dire però che non parteciperemmo al campionato. Siamo al lavoro per dare continuità al progetto iniziato lo scorso anno e speriamo che anche altri imprenditori possano affiancarci».
Insomma, un piccolo sos e l’auspicio che qualcuno lo raccolga per aiutare un club formato da appassionati. L’amministratore delegato Antonio Minopoli: «Dobbiamo ricordare che siamo una società neonata, senza grandi industriali alle spalle. La Bpmed non si è defilata, ma semplicemente non sarà più sponsor principale». Il ds Antonio Ambrosino pone invece l’accento sugli obiettivi: «In un momento drammatico per tutti come questo, non è certo un’onta partecipare a un campionato di Dna provando a fare il meglio con i fondi a disposizione».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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