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VIDEO – Quando il problema è… la sosta. Dopo le pause il Napoli non sa più vincere, e la sosta natalizia rischia di diventare una seria preoccupazione

Dopo le soste gli azzurri hanno perso ben 3 volte nell'era Benitez. Un bilancio che comincia a farsi preoccupante

Spesso e volentieri nel calcio, a giornalisti e tifosi, piace ragionare per costanti. Forse è la razionale ricerca di ordine in un mondo, come quello del calcio, che fa dell’imprevedibilità il suo punto di massima spettacolarità. Il trovare, o il provare a trovare, ordine in qualcosa che è tutto fuorchè un ripetersi di situazioni prestabilite. Piace, ai giornalisti e ai tifosi, ma anche a giocatori e allenatori, trovare costanti, successioni logiche in cose che di logico hanno ben poco. E così un attaccante che segna spesso e volentieri ad una squadra, o una squadra che spesso e volentieri ne batte un'altra, diventano “bestia nera”, così come determinati match, giocati in determinati giorni, o ancora determinati arbitri possono essere un “portafortuna”.

Insomma, vogliamo trovare qualcosa di statistico, di matematico, di ripetibile, in un calcio che basa il proprio successo invece sull’irripetibilità delle situazioni. Ed anche lo scaramantico Napoli non sfugge a questa logica. Quante volte i tifosi si sono rallegrati nel vedere la designazione di un determinato arbitro o ancora si sono disperati alla presenza di un giocatore avversario in campo (Moscardelli, ho sentito Moscardelli?). Adesso però, nell’ambiente azzurro, c’è un’altra cosa che preoccupa e non poco i tifosi: le soste!

Già, perché nel Napoli di Benitez se le soste non sono diventate un vero e proprio incubo poco ci manca. Il già non proprio idilliaco rapporto che intercorre tra il tifoso e la “famigerata” pausa per le nazionali o pausa natalizia, a Napoli è vissuto in modo ancora più estremo. L’incessante voglia di rivedere in campo l’azzurro Napoli (al posto del blu Italia) o la voglia di rituffarsi nel campionato dopo struffoli, capitone e insalata di rinforzo, è, dallo scorso anno a questa parte, anche fonte di preoccupazione. Preoccupazione perché il Napoli, dopo le soste, non sa più vincere.

Lo scorso anno, dopo le pause per le nazionali e la sosta di Natale, arrivarono comunque due successi importanti contro Atalanta e Sampdoria, ma anche il controverso ko contro la Roma e soprattutto la sconfitta interna contro il Parma. Quest’anno invece il bilancio piange, e non poco. Ko col Chievo, pareggio subito in rimonta contro l’Inter, e pareggio rocambolesco con il Cagliari. Insomma, non proprio un bottino con i fiocchi per il Napoli. E legittima è la paura dei tifosi per il ritorno dalle feste contro il Cesena. Statisticamente parlando ben 3 delle 8 sconfitte dell'era Benitez in campionato sono arrivate dopo le soste (quasi il  50%!)

Ma perché questo problema delle soste?

La spiegazione non è certamente univoca, ma non possiamo nemmeno limitarci a considerarla come qualcosa scritto nel destino. Il Napoli non fatica dopo la sosta perché ormai così deve andare, e non bisogna avere una prospettiva fatalista ed accettare supinamente ciò. Proviamo quindi a capire i perché, o almeno a cercare di capire i perché.

Innanzitutto il Napoli, se da un lato fatica dopo le soste, dall’altro nell’immediato pre-sosta, va a mille. La recente vittoria in Supercoppa è una dimostrazione di tutto ciò. Come erano indicative le vittorie contro il Torino e la Fiorentina prima degli stop contro Inter e Cagliari. Uno dei perché potrebbe essere il metodo di allenamento di Benitez che punta molto sulla crescente intensità. Il Napoli gioca bene in crescendo, ma una volta interrotta questa crescita gli azzurri devono ricominciare daccapo. Una cosa non facile quella di ritrovare l’intensità e la solidità mentale. Si dice che vincere aiuta a vincere, come giocare bene aiuta a giocare bene. E se una squadra è tarata per giocare bene nel lungo periodo non c’è niente di peggio di una lunga sosta nel mezzo.

D’altronde non è un mistero che le squadre di Benitez finiscano quasi sempre la stagione in crescendo, laddove, nel girone di ritorno, le pause per le nazionali sono ridotte all’osso. O che lo stesso Benitez tanto bene abbia fatto a Liverpool in un campionato in cui la sosta invernale non è nemmeno contemplata.

Insomma, per il Napoli, l’arrivo delle convocazione per le nazionali, o l’incombere del Natale, è un qualcosa di più negativo che positivo. E a ben vedere molti club sembrano soffrire di questi continui stop and go del calendario. Gli impegni delle nazionali, sempre più fitti e sempre più stressanti di certo non aiutano il lavoro di tecnici già alle prese con calendari fittissimi con quasi cinquanta partita a stagione da disputare.

Un problema questo del Napoli che si inserisce nella ormai storica e (vedasi richieste di Conte) sempre più attuale diatriba tra club e nazionali. Un braccio di ferro che divide opinionisti e addetti ai lavori, divisi da chi ancora considera “sacra” la maglia della nazionale e la sua chiamata e chi cerca di anteporre gli interessi di chi materialmente paga i calciatori e permette alla baracca di andare avanti.

Come sempre il “giusto” non è appannaggio di nessuno dei due schieramenti, ma il problema li coinvolge entrambi. Magari l’accorciare la pausa natalizia e il rimandare gli impegni delle nazionali a fine stagione potrebbe essere una soluzione (peraltro neanche tanto presa in considerazione da Platini e soci, pronti ad intasare ulteriormente il calendario con la Nations League). Resta il fatto che al Napoli le pause non fanno certamente bene, siano essere natalizie o per le nazionali. Speriamo solo che Rafa Benitez, con tutto questo tempo a disposizione, riesca a trovare una soluzione.

 

Servizio a cura di Giancarlo Di Stadio

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