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VIDEO – Lazio-Napoli, quando i “nove dell’Olimpico” eliminarono la Lazio di Nedved e Signori…

Collina all'Olimpico si erge a protagonista del match ma il Napoli non molla e in nove porta a casa la qualificazione

Gli anni ’90 del Napoli sono stati travagliati, pochi, veramente pochi, i momenti da ricordare a fronte di un decennio fatto di sconfitte, conclusosi  amaramente con quella disastrosa stagione 97/98 che tutti i napoletani nati prima del 92’ hanno ben impressa nella loro mente. Eppure quel decennio s’era aperto alla grande. Il secondo Scudetto di Maradona e la Supercoppa l’anno successivo ai danni della Juve facevano presagire tutto tranne che il lento, inesorabile declino che avrebbe portato, in soli 15 anni, all’ignominoso fallimento. Eppure quel decennio, come detto, fu costellato anche da pochi, ma importanti momenti da ricordare. L’exploit di Zola, i 5 gol di Fonseca a Valencia, l’annata di Lippi e quella di Simoni. E proprio approfittando del prossimo Lazio-Napoli di Coppa Italia che parleremo della sfida del 1996, quando i “nove napoletani” riuscirono a fermare la Lazio…

… 11 ottobre 1996, ottavi di finale di Coppa Italia. Si affrontano Lazio e Napoli. All’andata il Napoli è riuscito a far prevalere il fattore campo vincendo, grazie ad un gol di Aglietti, per 1-0. Un risultato che consente al Napoli di andare all’Olimpico con un piccolo vantaggio, ma consci che il discorso qualificazione è tutt’altro che chiuso. Il Napoli in quell’inizio di stagione sta compiendo un piccolo miracolo. Una squadra quasi interamente nuova, con molte cessioni eccellenti e pochi rincalzi di valore, sta, in quei primi mesi di campionato, stupendo un po’ tutti. Sulla panchina azzurra Gigi Simoni si sta mostrando come un tecnico pragmatico, in grado di coniugare i risultati sul campo con le ristrettezze economiche imposte dalla dirigenza. E i tifosi azzurri, dopo alcuni anni passati in medio-bassa classifica, cominciano a sperare che quello forse è l’anno della rinascita.

Dall’altro lato c’è però la milionaria Lazio di Cragnotti. Il presidente biancoceleste, dopo anni bui, non sta badando a spese per rendere grande la sua squadra. Da qualche anno ha ingaggiato l’allenatore del momento, Zeman, e gli ha allestito una squadra di tutto rispetto, in grado di battagliare per le prime posizioni in campionato. Il declino del Napoli coincide con la parallela ascesa della Lazio, ora stabilente tra le grandi e reduce da un secondo e un terzo posto. La rosa biancoceleste è di tutto rispetto: Nesta, Nedved, Fuser, Signori e Casiraghi, solo per citarne alcuni. Insomma il povero Napoli, a dispetto dell’1-0 dell’andata, è dato da tutti per spacciato.

Pronti via e la Lazio segna, annullando subito il vantaggio del Napoli. All’8’ di gioco già siamo sull’1-0. In molti pensano che sia solo il preludio ad una goleada biancoceleste. D’altronde con Zeman capita raramente che le sue squadre facciano solo un gol a partita. Il Napoli è pronto a capitolare, pensano tutti.  Ed invece gli azzurri reagiscono immediatamente. Sale in cattedra Caio Ribeiro Decossau, detto semplicemente Caio. Ora, se avete meno di 20 anni e questo nome non vi dice niente, non preoccupatevi, non fece molto per essere ricordato. Un anno incolore all’Inter (7 presenze) e uno leggermente migliore a Napoli (20 presenze). Entrambi conclusi senza reti in campionato. Segnò però un gol in Coppa Italia, in quella partita. Corner di Turrini e la meteora brasiliana svetta più in alto di tutti: 1-1. Napoli in questo momento qualificato.

La reazione della Lazio è immediata. Gli uomini di Zeman si gettano a capofitto in avanti. Le provano tutte, ma trovano sempre un monumentale Taglialatela a negargli il 2-1. La Lazio avrebbe in quel momento bisogno di ben 2 gol per passare il turno, ma ogni tentativo biancoceleste viene vanificato dal portiere azzurro. Signori sfiora diverse volte il gol, ma poi è Collina a diventare protagonista del match. L’arbitro manda fuori Baldini per fallo su Casiraghi. Simoni è su tutte le furie, espulso anche lui. Napoli in 10 con tutta la ripresa da giocare.

Credevate fosse finita qui? Nemmeno per sogno. Ad inizio ripresa ecco palesarsi ciò che non ti aspetti. Aglietti, un po’ innervosito, calcia il pallone a gioco fermo. Collina è fiscalissimo: secondo giallo, Napoli in nove e 40’ da giocare. Ed è qui, nell’istante in cui Aglietti imbocca il tunnel degli spogliatoi che quella partita diventa un’impresa epica. Il Napoli, in nove uomini e senza l’allenatore, deve difendere il prezioso gol dell’1-1. Per 40’ di gioco la partita diventa un assedio. Zeman le prova tutte: quattro punte. Dentro anche Protti che poco dopo sbaglierà un gol a porta vuota. La Lazio attacca, il Napoli è arroccato in 20 metri. Fuser prende il palo, Taglialatela mostra all’Olimpico di Roma il perché del soprannome ‘Batman’. Passano i minuti e il risultato non cambia.

La Lazio è nervosa, incredula. Uno squadrone fermato da quel Napoli. Lo stesso Olimpico rumoreggia, inizia a fischiare, ad insultare i suoi stessi giocatori incapaci di segnare nonostante la doppia superiorità numerica. I nervi dei biancocelesti saltano definitivamente. Nedved si fa buttare fuori, e con lui escono anche le speranze della Lazio di superare il turno. Servirebbero altri due gol: la Lazio non riesce e segnarne neanche uno! Triplice fischio e Lazio a casa. In semifinale ci va il Napoli.

Il cammino azzurro si concluderà solo nella sfortunata finale contro il Vicenza, dopo che anche l’Inter era stata battuta da quel Napoli. Forse l’ultima squadre in grado di onorare i colori azzurri prima del fallimento. Il ricordo di quel match è comunque indelebile: Stadio Olimpico, 27 ottobre 1996, nove napoletani che fermarono l’assedio dell’Olimpico.

Ecco il video di quella storica sfida:

Giancarlo Di Stadio

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