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Valorizziamo i nostri vivai, serve un ”Viareggio” al Sud, spesso preda dei club del Nord

Il programma di politica meridionalista per il calcio del Sud

Napoli è fatta così e tu devi capirla se vuoi sopravvivere. Ma sì, vediamoci tra le barche di Mergellina e fate che Immobile sia il nuovo centravanti del Napoli. E allora la Campania capirà che Napoli si riconosce e riconosce. Che Napoli è sud; che Napoli, finalmente, anche grazie alla sua Regione, si va sottraendo alla falsa benevolenza di Roma. Caldoro e De Magistris. Non soffiamo sul fuoco ma diciamo che Napoli è mancata parecchio al suo ruolo di metropoli – pilota. Ma – De Magistris obietta – Forcella è grande come Benevento. E con questo? Forza beneventani, giusto che vi si ascolti. Battipaglia, Castellamare, Visciano, Sessa, Montoro, guardiamo e riconosciamo anche questi paesi, come mi piace definirli.

Cerchiamo una classe dirigente che non c’è. La storia del campanile che ogni tanto i nostri goffi antagonisti ci oppongono per distrarci e semmai anche smontarci, è idiota tre volte; non una. Il campanile è stato imposto dalla Lombardia, dal Piemonte che fino a prova contraria usava affiggere ai muri dei suoi edifici un cartello con questa generosa letteratura: “non si fittano case ai meridionali”. Chiaro che questo non è campanile ma razzismo. Come razzisti sono i cori che si sentono a Torino e in molti Stadi del Nord. “Vesuvio lavali con il fuoco” etc. E allora, siamo proprio peccatori a sostenere che desideriamo ottenere la nostra valorizzazione in casa nostra?

Il calcio ha angolazione sociale identica a queste brutte storie. Si resta però di stucco quando le nostre testate si affidano a Milano, Torino o Roma. Hai mai visto il contrario? E allora? Allora è inferiorità complex. Chiaro. E non parliamo, por favor, di politica meridionalista. Si fa vuoto fumo….

Al Presidente De Laurentiis, un invito, coinvolgendo il Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris: “Fate una sede nella villa comunale e adibite delle camere all’organizzazione del vivaio”.

Si cominci a pensare a “un Viareggio” a Napoli e magari anche a Salerno. Ci provò Caserta negli anni 70: “Torneo del Sole” si chiamava. In finale ci arrivarono la Juventus e l’Olympiakos. Parteciparono Napoli, Cagliari, Casertana (degli indimenticabili Nando Saturno e Glovi), Vojvodina etc. Dico Salerno perché la Calabria, magnifica regione del nostro Sud, si avvantaggerebbe di qualche ora.. La scoperta dell’altra mezza Italia credo proprio si debba ritenere improcrastinabile.

La scoperta dell’altra mezza Italia significa un giro economico di milioni di euro. Abbiamo un vivaio forte ma se non ce lo fanno valorizzare, muore, si spegne! Con riflessi, sul calcio nazionale, veramente drammatici. Napoli, oggi, è fuori giro. E l’azione sociale, che tutti i partiti politici ormai sollecitano? Qualcuno parla di cervelloticità o guru. Chiaro. Lui ha obbedito e basta. E il Sud dell’Italia è rimasto allo stato brado. Preda facile delle tante società del Nord che scendono ogni settimana ai loro “stage formativi”, raduni per giovani calciatori.

Decentramento: più ampia caratterizzazione meridionale del calcio attraverso la valorizzazione del nostro vivaio e dei nostri tecnici; spostamento del mercato dall’Ata Hotel di Milano al Vesuvio di Napoli; con la preghiera che non si continui a fregare il sud, utilizzando la tattica esibita per l’Alenia (gli uffici amministrativi a Venegono in provincia di Varese). Napoli, da anni sta dimostrando di essere molto valida nel foot ball; fa più pubblico; ha un reclutamento strepitoso e con Napoli sono Cosenza, Catanzaro, Reggio Calabria, Potenza, Matera, Palermo, Catania e via dicendo; non so bene se anche Bari. Pigramente Napoli, portando avanti il suo stanco passo, s’è fatta simpatie. Bisogna, urge che la sua Regione, che è la Campania, riceva quel che merita. Cagliari, con la storia di Is Arenas, ha fatto capire sfacciatamente a che punto di nausea si è giunti in Italia con la “la legge di Milano” “o di Torino”.

La questione meridionalista riguarda anche il calcio. Di Cagliari si è parlato molto. I cagliaritani hanno le loro buone ragioni per fare quello che hanno fatto;  Sì, d’accordo, la situazione ambientale può aver modificato alcuni elementi di giudizio definitivo.

La critica nostrana è flaccida e incerta. Vinicio è stato il più grande centravanti che ho visto a Napoli e con lui Jeppson. Higuain somiglia ad entrambi. C’era generosità nel loro gioco, non avarizia. E Vinicio è rimasto così. Nel frattempo la convinzione che il Napoli non sappia fare le p.r. proprio con questi grandissimi campioni.

Sono cattivo? Sopportatemi.

NANDO TROISE

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