E’ stato uno dei migliori contro la Juve. Almeno su questo non ci piove. Lorenzo Insigne, contro i bianconeri, si è dimostrato uno dei pochi, forse l’unico assieme a Pepe Reina, ad aver messo grinta, cuore e tecnica in campo. E se quella punizione fosse entrata molto probabilmente oggi non starebbero tutti a tessere le lodi al calcio piazzato di Andrea Pirlo.
Ma c’è sempre qualcosa di stonato. Pure di fronte ad un’ottima prestazione, non la prima quest’anno, c’è chi storce il naso quando si parla di Insigne. Poco concreto, con quell’unico gol al Borussia. Unico tra gli attaccanti azzurri, assieme a Duvan Zapata, a non aver ancora segnato in campionato. Eppure a difendere il Magnifico ci pensano le statistiche. Insigne secondo solo a Totti. No, non si tratta di un’eresia, ma di semplice consultazione di numeri e statistiche. Prendiamo la classifica degli assist. A scanso di equivoci premettiamo che in questa circostanza intendiamo assist qualsiasi passaggio che porta alla conclusione di un compagno, indipendentemente dal buon esito o meno dell’azione. Si tratta quindi di un indicatore estremamente importante per valutare la presenza del giocatore nel gioco collettivo della squadra, il suo affiatamento con i compagni, ma soprattutto la sua propensione a creare gioco.
Ebbene Insigne, stando ai dati della Lega Serie A, è quarto in questa classifica con ben 25 assist in 12 presenze. La statistica però non tiene conto del rapporto assist/minuti giocati. Facendo una semplice divisione tra gli assist forniti e i minuti effettivi di gioco, Insigne risulta il secondo di questa speciale classifica. Diamanti e Pjianic, in valore assoluto, hanno fornito numericamente più assist, ma al contempo hanno beneficiato di un maggiore minutaggio, rispettivamente 1016 e 1004 minuti. Quindi, andando ad analizzare la media assist per minuti giocati, Insigne, avendo giocato solo 851 minuti, si piazza dietro a Francesco Totti, autore a sua volta di 26 assist in solamente 8 presenze (595 minuti). (clicca qui per consultare le statistiche della Serie A)
Alla luce di questi numeri è facile notare come l’attaccante napoletano risulti essere uno dei giocatori più incisivi e pericolosi della Serie A. In barba a chi reputava esagerati certi commenti su di lui. Nota stonata è forse la poca concretezza sotto porta. Un idea potrebbe essere accentrarlo maggiormente, cosa già provata da Mazzarri durante una gara contro il Parma. Il risultato fu un assist al bacio finalizzato da Cavani.
Scorrendo la classifica al secondo posto tra gli azzurri si piazza invece Marek Hamsik, un altro accusato troppo spesso di scomparire. All’impressionante media gol dello slovacco si accompagnano ben 16 passaggi potenzialmente decisivi su 11 presenze (non tutte da 90’). Anche qui una media niente male che letta con occhi attenti rivaluta fortemente la presenza di Marek sul terreno di gioco. Forse il capitano azzurro può essere imputato di poca personalità nelle gare che contano, ma è indubbio il suo valore e il suo peso nell’economia della partita. Ed è forse proprio un maggior contributo di Marek in match che contano ad essere richiesto a gran voce. Un calciatore così, se gioca al meglio, cambia certamente gli equilibri di una gara.
Servizio a cura di Giancarlo Di Stadio
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