Cerca
Close this search box.

Mancini & Mazzarri. Critiche ed assoluzioni nel ”doppiopesismo all’italiana”. Un problema che purtroppo riguarda anche Napoli‏

Perchè certi allenatori subiscono critiche immotivate, mentre nei confronti di altri c'è tanto "buonismo" e si invoca spesso pazienza. Il caso Mazzarri-Mancini è emblematico, ma è un problema che coinvolge tutta Italia

Napoli-Inter, atto terzo. Ricordiamo tutti bene quel rocambolesco 2-2 dell’andata a San Siro, così come ci ricordiamo altrettanto bene del gol di Higuain al 94’ che tanto ha fatto disperare la Milano nerazzurra. Mesi in cui è cambiato, dalle parti di Appiano Gentile, tutto, eppure sembra non essere cambiato niente. No, un momento… forse dovevo dire che non è cambiato niente, mentre sembra che sia cambiato tutto… si è quest’ultima quella giusta.

Allora, nel 2-2 di San Siro, c’era Mazzarri, adesso c’è Mancini. Sulla panchina del Napoli, con buona pace di qualcuno, siede sempre Benitez. L’Inter è cambiata molto in seguito al mercato di gennaio, il Napoli poco, avendo solo inserito Gabbiadini e Strinic. E classifica e obiettivi? Quasi identici a quelli di qualche mese fa. Il Napoli, eliminando proprio l’Inter dalla Coppa Italia è in semifinale. L’Europa League è alla portata di entrambe, mentre in campionato gli azzurri continuano a puntare al secondo posto e l’Inter continua a stazionare a metà classifica. Eppure, sentendo un po’ in giro, sembra che a Milano le cose non vadano poi così male, anzi.

Ricordate l’ambiente ostile verso Mazzarri, i continui rimproveri al tecnico toscano, gli scarsi risultati e le quotidiane crociate su tv e carta stampata per il suo esonero? Alla fine condussero al tanto auspicato esonero. E Thohir optò subito per l’allenatore di grido: Mancini. Il tecnico ex City tornava nella sua Inter, quella stesse squadra che l’aveva lanciato nel novero degli allenatori vincenti, a cui aveva regalato diversi Scudetti, qualche Coppa Italia, ma anche precoci e poco onorevoli debacle europee.

E l’entusiasmo per Mancini divenne subito contagioso. Ad Appiano Gentile (e lo sappiamo non perché ci siamo stati, ma perché all’Inter è riservato il 33% del prime-time sportivo)si respirava aria nuova, aria vincente. Certo, un allenatore ha bisogno di tempo, e quindi passiamo sopra i risultati poco convincenti delle prime gare. Ha bisogno anche di giocatori adatti al suo modulo, e quindi mandiamo a farsi benedire il Fair Play Finanziario e compriamo Podolsky, Shaqiri e Brozovic. Sono sacrifici calcolati, purchè i risultati arrivino.

E se i risultati non arrivano? Eh, bella domanda. Domanda a cui però non viene data una risposta nel famoso 33% del tempo televisivo, e dello spazio giornalistico, riservato ai nerazzurri. O meglio la risposta era stata data con Mazzarri: esonero! Con Mancini si resta alla domanda. Anzi, la domanda non viene nemmeno posta più. Potere del capello liscio e della sciarpetta al collo! No, a parte gli scherzi, il discorso è serio. Perchè analizzando i dati, e qui non c’è amico dell’amico o simpatia che tenga, possiamo affermare che Mancini non sta facendo certamente meglio di Mazzarri. I risultati sono pressochè identici, anzi addirittura sorridono leggermente al tecnico livornese. Dopo il 2-2 col Verona, data in cui fu esonerato Mazzarri, l’Inter era 9° in classifica con 16 punti in 11 giornate. Dopo 25 turni l’Inter è sempre 9° con 35 punti. Calcolatrice alla mano Mazzarri aveva una media punti di 1,45, Mancini di 1,37, con la semplice differenza che il nuovo allenatore ha anche portato con se diversi prestiti con diritto di riscatto che graveranno quest’estate sul già rosso bilancio nerazzurro.

Ah, vita ingrata se vai a Milano ti chiami Walter Mazzarri. Ma non solo. L’aria della Pinetina a quanto pare è ostile a molti. Anche il nostro Benitez non visse un rapporto particolarmente idilliaco con l’ambiente nerazzurro. Certo, arrivare dopo lo Special One Mourinho non era facile, ma trattare alla stregua dell’ultimo arrivato un tecnico che, in ogni caso, in sei mesi aveva portato a casa una Supercoppa e un Mondiale per Club, si potrebbe definire quantomeno “ingiusto”.

Ma occhio a guardare la trave (si, è una trave non una pagliuzza) nell’occhio milanese, quando anche nei nostri “salottini” del Lunedì in quanto a travi siamo ben forniti. E proprio l’atteggiamento, spesso critico a prescindere, nei confronti di Benitez ci fa capire come la diversità di trattamento tra Mancini e Mazzarri è solo il caso particolare di un problema più generale. Mourinho direbbe “prostituzione intellettuale”, forse è un po’ esagerato, quindi preferiamo definirlo come “doppiopesismo”. Fatto sta che nel calcio italiano si assiste spesso e volentieri a critiche immotivate verso un determinato tecnico, giocatore o presidente, mentre al contempo si pecca di eccessiva indulgenza verso altri.

Ritenere eccessive, e molte volte strumentali, le critiche nei confronti (qui parliamo i particolare del caso di Benitez a Napoli) di un tecnico che, volente o nolente, ha portato due trofei in un anno, il tutto in un ambiente poco abituato alle vittorie, non è una difesa a priori di quel determinato tecnico (come non lo è, nel caso dell’Inter, far notare che le critiche a Mazzarri erano eccessive), ma piuttosto un esercizio di equilibrio (tanto vanamente invocato) e di “onestà intellettuale”.

L’elenco sarebbe anche più lungo, potendo citare altri casi. D’esempio possono essere le eccessive critiche patite da Seedorf a Milano o da Zeman a Cagliari, a cui fanno da contraltare i “diamo tempo” riservati invece a Inzaghi e Zola. O ancora l’eccessivo scetticismo con cui a Torino fu accolto Allegri (uno che al Milan aveva pur sempre vinto lo Scudetto), a cui faceva, e fa ancora, da contrappeso l’eccessiva “vedovanza” e i continui paragoni con Antonio Conte (bravo a vincere tre Scudetti, ma sempre fallimentare in Europa). Questi sono solo alcuni esempi. Esempi di un problema che coinvolge l’intero sistema mediatico italiano (purtroppo non solo calcistico). In un mestiere, quello del giornalista, dove l’obiettività e l’oggettività dovrebbero essere quantomeno il limite a cui tendere, si assiste invece quotidianamente ad uno svilimento delle opinioni e alla mercificazione delle idee. A carri e carretti dei vincitori, da prendere d’assalto se le cose vanno bene, o da abbandonare se le cose iniziano ad andare male. O, peggio ancora, a valutazioni dettate non dai numeri e dalle evidenze, ma da logiche personali, o peggio, corporative. Il privilegio per il “simpatico”, per l’amico, per “quello a cui devo un favore”, non può essere il metro attraverso il quale dare giudizi sull’operato di un qualsiasi protagonista in campo e fuori. E soprattutto non può essere il metro attraverso il quale queste notizie si somministrano ad un vasto pubblico. Perché il tifoso, in quanto tifoso, può odiare o amare un tecnico, ma non può assolutamente essere condizionato in questo giudizio sulla base di un capello ben sistemato o di un sorrisino in sala stampa.

Servizio a cura di Giancarlo Di Stadio

Sartoria Italiana
Vesux

I Am Naples Testata Giornalistica - aut. Tribunale di Napoli n. 33 del 30/03/2011 Editore: Francesco Cortese - Andrea Bozzo Direttore responsabile: Ciro Troise © 2021 IamNaples
Salvo accordi scritti, la collaborazione con questo blog è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali inviati. Del contenuto degli articoli e degli annunci pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. - Tutti i diritti riservati Vietata la riproduzione parziale o totale dei contenuti di questo portale Tutti i contenuti di IamNaples possono essere utilizzati a patto di citare sempre IamNaples.it come fonte ed inserire un link o un collegamento visibile a www.iamnaples.it oppure al link dell'articolo.