Era dai tempi di Donadoni, in Palermo-Napoli 2-1 del 2009/10, che gli azzurri non perdevano all’esordio. Una sconfitta forse anche inattesa, ma che in fondo non lascia spazio a recriminazioni, visto che gli azzurri non hanno di certo disputato una gara all’altezza della loro qualità complessiva.
Il primo tempo del Napoli si può riassumere con un frase: meno male che Reina c’è!. Gli azzurri, dopo aver avuto la fortuna di passare in vantaggio dopo appena 5’ con Marek Hamsik e dopo un buon inizio a livello di gioco, scompaiono gradualmente dal campo, lasciando il pallino del gioco in mano al Sassuolo. Il tridente dei neroverdi Floro-Flores-Defrel-Berardi mette in sere difficoltà una difesa apparsa sempre disattenta. L’unica differenza tra la vecchia retroguardia di Benitez e quella nuova di Sarri sembra essere Pepe Reina, il quale compie almeno due grandi interventi nella prima frazione. Per il resto solite amnesie e soliti (gravissimi) errori individuali, come quello di Albiol in occasione del gol del pari. Floro Flores punta spesso e volentieri Maggio e Berardi fa il bello e cattivo tempo sull’altro lato. In tutto ciò si assiste ad un centrocampo sempre in affanno. Il “recupero del pallone e lancio di Valdifiori per gli attaccanti” avviene rarissime volte, con il regista sempre isolato e con nessuna possibilità di far partire azioni pericolose. L’attacco in tutto ciò risulta poco coinvolto e la punta di diamante degli azzurri, Gonzalo Higuain, finisce per essere un corpo avulso dal (non) gioco del Napoli.
Nella ripresa gli azzurri migliorano dal punto di vista dell’intensità e del gioco, anche se la maggior parte delle azioni pericolose nascono da calcio piazzato o da tiri da lontano. Entrambi i tecnici nel corso della partita cambiano i rispettivi reparti offensivi nella speranza di infliggere il colpo decisivo all’avversario. Ma mentre nel Napoli incide parzialmente solo l’ingresso di Callejon (in grado di creare diversi grattacapi con i suoi inserimenti), nel Sassuolo risulta decisivo l’ingresso in campo di Sansone che sfrutta l’ennesima non perfetta transizione difensiva degli azzurri per segnare proprio nel momento in cui il Napoli sembrava poter portare l’inerzia della partita dalla sua parte.
In definitiva un Napoli decisamente brutto in questo esordio stagionale. Una prestazione che non fa seguito ai proclami di gioco intenso e “maglia sudata” fatti nel precampionato. L’intensità per larghi tratti del match non c’è stata e il pallino del gioco spesso e volentieri, soprattutto nel primo tempo, è stato nelle mani di un Sassuolo fisicamente preponderante. La difesa registra i soliti errori, quelli che lo scorso anno sono costati un bel po’ di punti e che si sperava fossero un ricordo del passato, mentre a centrocampo Valdifiori non riesce a dare (anche perché poco aiutato dai compagni) quel quid in più che ci si aspetterebbe da uno arrivato con la fama di essere uno dai “piedi buoni”. Ma forse è l’attacco al momento il reparto che preoccupa di più. I tre titolari sono stati poco incisivi per larghi tratti del match. Solo Mertens da calcio piazzato e Callejon nel finale hanno creato qualcosina. Per il resto sia Higuain che Gabbiadini, sia Insigne che El Kaddouri sono risultati abbastanza avulsi dal gioco. Insomma, se la difesa continua ad essere il punto debole del Napoli, l’attacco sembra, in questo esordio di stagione, aver avuto una regressione rispetto al reparto (a volte devastante) della scorsa stagione
E’ solo la prima partita, è presto per iniziare con le sentenze, ma resta il fatto che il Napoli deve quanto prima cercare di dare un’impronta diversa al suo gioco, altrimenti il gap con le prime potrebbe presto diventare irrecuperabile.
Servizio a cura di Giancarlo Di Stadio
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