Come, purtroppo, accade da tempo, le beghe che affiorano nella sala conferenze stampa e nella mixed zone dello Stadio San Paolo, dopo le partite casalinghe del Napoli, tendono a ritardare gli ovvi e necessari discorsi sul calcio. Ne parlai dopo l’ennesimo passo falso (sconfitta in casa con la Lazio ed eliminazione dalla Coppa Italia), tra tweet, fb, chat e messenger con il team manager e raffinato romanziere Paolo De Matteis da Ascoli, presente, attentissimo, uno dei componenti dell’ufficio stampa del Napoli. Dissi loro, che avrebbero vinto con la Fiorentina, a Wolfsburg e a Cagliari, confidando, però, le mie preoccupazioni sulle partite casalinghe, causa, secondo me, di un clima tossico creato da alcuni che alimentano le barricate che ci sono ancora oggi, purtroppo, tra i media e Benitez. Non so se queste persone così vicine a Benitez, riportarono i miei pensieri al loro e nostro allenatore: Risultati: eccoli: vittoria facile con la Fiorentina e trionfo in terra germanica.
Il fisco sta facendo visita al calcio, Napoli tende a sbranarsi all’interno, secondo la consuetudine nostrana che esige autolesionismo, indegne furberie e vendette sottilissime. Accade così che proprio quando l’ambiente del calcio, attaccato, da diverse parti, avrebbe dovuto presentarsi compatto, al cospetto di certa gente che guarda il fuscello negli occhi altrui e non la trave nei propri, il fescennino abituale si allarghi.
Nel frattempo, le nostre, continuano sia in Champions che in Europa League, alla faccia del ranking UEFA. Calcio ritardato, quindi, almeno per quanto concerne il Napoli è ancora in corsa per la qualificazione alla Champions League ma non possiamo non ricordare quanto è stato sciupato, in casa; Juve in economia eppure a più 12 sulla Lazio, Inter un po’ meno, continuando nei disastri della gestione Mancini. Opportunamente segnalata, a puro titolo di cronaca, la gradita predilezione dei club del Nord per Napoli, la sua Provincia e la Campania. Un pò tutte scendono a visionare dalle nostre parti (basta leggere il C.U. del C.R.C.). Il zompo nordista “esita” dunque nella Provincia napoletana, prima di prendere le strade di Catania e Palermo. Anche la Fiorentina, vista “esitare” contro il Napoli è tornata con un pari dalla trasferta a Kiev, dimostrando, però, una condizione di forma esaltante e spera di raggiungere il 3° posto. E la Campania sembra riuscire gradita a tutte le concorrenti maggiori ed anche a quelle minori. Ma Napoli, sempre viva, non si accorge di questa bagarre e si dimena per organizzare subito una personalissima, all’interno del suo sodalizio calcistico.
Importanti sono le beghe, per adesso. Benitez ha esposto le sue idee. E, guarda caso, si è agganciato, tra l’altro, a quanto noi andiamo dicendo da anni. Una squadra forte con pochi acquisti ma di altissimo livello, senza più commettere errori in sede di campagna trasferimenti (un elenco lunghissimo) e senza trascurare il vivaio, a cui va dato sostegno, mezzi e strutture.
La necessità di un vivaio che per adesso al Napoli ha dato, grazie a Zeman (e a Peppe Santoro), uno stratosferico Insigne, aspettando Roberto, mentre nel Milan giocano da titolari De Sciglio e Abate ed a Cagliari, dove, domenica pomeriggio, il Napoli troverà due bei prodotti sardi, Cossu e Sau, oltre ai giovanissimi Murru (94 esterno sinistro) e Del Fabro (95) difensore centrale.
L’affermazione è stata riportata anche da quei giornali che dicono Mertens e non Insigne; David Lopez e non Maiello; Zapata e non Ciano oppure Henrique e non Izzo e che, a suo tempo, non spesero una parola nella valorizzazione di Cannavaro. Questo per limitarci agli episodi più evidenti, perché ci sarebbe da divertirsi con le pieghe esterofile mostrate, ad esempio, durante la possibilità di riportare a Napoli Floro Flores, o addirittura Nocerino.
Benitez è stato molto apprezzato per la chiarezza con la quale ha parlato. Specie quando ha invocato chiarezza a livello di giornalisti, dirigenti, pubblico, impiegati e giocatori. Ha accennato dei temi. L’argomento vivaio è stato lasciato cadere così, per parlare invece dei consensi (non sono comunque mancate velate critiche) del dopo Fiorentina; almeno a questa parte, è sembrato dimentico di qualcosa di importante. Semplicemente che il primo chiarimento è lui a doverlo fornire, facendo sapere all’opinione pubblica innanzitutto se resta a Napoli o se è vera la notizia che voglia andare, nel Regno Unito. Potrebbe, in questo, dargli una mano, il Presidente, anche lui molto criticato dai media, dai comunicatori, in questi ultimi tempi. Quante ne sento contro il presidente. E chi può dire con esattezza, almeno fino ad oggi, dove va a parare De Laurentiis. Ieri assertore della politica giovanile; oggi smentitore (smentire). Ieri amico di Tizio, oggi di Caio. Ieri apparentemente competente; oggi statistico – cabalistico. E chi potrà negare la perplessità che ormai ha destato nella gente di buon senso, alimentando attorno a se la cortina fumogena di un “pugnetto” di responsabili di Area, utili per dirigere una società, che è entrata nel costume civile e moderno della nostra Città? Hanno pensato con chi sostituire Benitez qualora questi venisse per davvero chiamato da altri club inglesi?
Ecco, dunque, questo è il punto nostro; prima di tutti quanti gli altri parli De Laurentiis, cioè il presidente. Il noto produttore cinematografico voluto diventare presidente. Esponga dunque il suo programma, non legato a questa o a quella situazione (l’autosufficienza è prerogativa virile e necessaria) e poi avrà la risposta che merita da tutti.
Un programma che non sia legato all’utilità sociale e quindi materiale del Napoli a Napoli e al Sud intero, non potrà vederci d’accordo. Un programma che tenda a stordire la massa, che deve acquisire una sua più precisa coscienza, non può non essere rigettato.
Sarà il campionato, come sempre, a chiarire almeno gli equivoci. Inebriati dalle vittorie con Fiorentina e Wolfsburg, si fa avanti il Cagliari prima di ricevere Wolfsburg e Sampdoria. Tre squadre alla portata del Napoli ma di questi tempi estremamente pericolose.
Il nuovo esame vale soprattutto per il centrocampo azzurro, zona spesso ambigua e mal interpretata. Non per Higuain, che si batte con l’animus tipico del cadetto coraggioso e indomito, distratto, però, perlomeno con la Lazio, dalle tantissime voci sul suo futuro. L’ultima arrivata è quella di una trattativa dei suoi agenti con il Manchester City. Non per Insigne apparso voglioso e sicuro e nemmeno per Maggio, tra i più onesti del momento. Per Hamsik pensiamo sia da lanciare verso la propria porta e non solo l’altrui. Non è solo attaccante.
Con il Cagliari gioca Andujar, a cui inviamo tutto il nostro sostegno, verso un ragazzo che è, senza forse, uno dei migliori portieri del campionato italiano. E per oggi crediamo che basti.
NANDO TROISE
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