Scorri l’elenco dei convocati e… “Toh, chi si rivede” avrà certamente esclamato il tifoso napoletano alla vista di quei nomi. Andujar, Rafael, Colombo, Mesto, bla, bla, bla e… e Zuniga! Zuniga? Si, Zuniga. Una rapida rilettura per accertarsi che non si tratti di un abbaglio, e magari una controllatina anche a qualche altro sito, giusto per escludere l’ipotesi errore di battitura. Zuniga c’è, è tra i convocati. Non che fosse una sorpresa così grande, d’altronde nei giorni scorsi se ne era parlato molto, e lo stesso Benitez s’era sbilanciato sui tempi di recupero del colombiano e dell’altro lungodegente Lorenzo Insigne. Però, dopo mesi passati (mi metto nei panni del tifoso medio) a chiedersi “Che fine ha fatto Zuniga?”, rivedere il colombiano nell’elenco dei convocati, alla vigilia di un match non certo semplice contro l’Inter, non può che far piacere.
E guarda caso, scherzi di quella divinità del calcio che tutto sembra comandare, Zuniga rientra proprio contro l’Inter. Un caso direte tutti, senz’altro. Ma non possiamo che guardare a questo incrocio del destino per ripercorrere un po’ la travagliata storia di Zuniga, partendo proprio da un Napoli-Inter.
E’ la 37° giornata della stagione 2010/11. Il Napoli, allenato da Walter Mazzarri, è ad un solo punto da una storica qualificazione Champions. Al San Paolo è ospite l’Inter, anch’essa alla ricerca di un punto per blindare il secondo posto. Come va a finire? 1-1 e tutti contenti. Anche se dopo 15’ la rete di Eto’o aveva un po’ impaurito i tifosi azzurri. Meno male che proprio Zuniga segnò la rete del definitivo 1-1. Inter seconda e Napoli in Champions, e vissero tutti felici e contenti. Almeno per il momento.
Quella rete infatti fece entrare Zuniga nel cuore dei napoletani. Arrivato l’anno prima dopo una formidabile stagione a Siena, Zuniga era stato vittima di un equivoco tattivo “A destra o a sinistra?”, con l’impressione che Donadoni lo utilizzasse sulla corsia mancina più per necessità che per convinzione. Fatto sta che Zuniga si trova comunque a suo agio e, con Mazzarri in panca, forma assieme a Maggio una delle coppie di esterni migliori della Serie A. La gestione del tecnico livornese è foriera di soddisfazioni per Zuniga. Arriva l’esordio in Champions, la Coppa Italia e l’inserimento in pianta stabile con la Colombia. Una carriera che si preannuncia rosea. Almeno fino al gennaio del 2013.
Quello è un Napoli con le idee un po’ confuse sul futuro. C’è un tira e molla tra Mazzarri e De Laurentiis sul rinnovo che si concluderà con il tecnico accasato all’Inter. Ed anche i rinnovi dei contratti dei calciatori ne risentono. Zuniga è a scadenza 2014. C’è una mezza proposta. Si parla di poco più di un milione. Ma non se ne fa nulla. Un errore che successivamente il Napoli pagherà a caro prezzo. Già, perché quel finale di stagione, con il Napoli che agguanta il secondo posto, fa salire il valore di Zuniga. A scadenza poi è un boccone davvero appetitoso.
Su di lui si fionda la Juve. Un giocatore del Napoli che va alla Juve? Non sia mai. È un atto di lesa maestà che può procurarti l’odio eterno dei tifosi azzurri (chiedasi a Quagliarella per maggiori informazioni). Zuniga così diventa il bersaglio del tifo partenopeo. Il ritiro di Dimaro è un inferno di cori e fischi. Così come le prime amichevoli. Il tutto fino ad un coro partito in un Napoli-Galatasaray. “Chi non salta è juventino!”cantano dagli spalti. Zuniga prima tentenna, poi si lascia trascinare ed inizia a saltellare. Per i tifosi è sufficiente: pace fatta. In realtà per suggellare il proseguo del rapporto col Napoli serve molto più di un saltello, almeno servirebbe una firma sul contratto. Arriva anche quella, e stavolta a suon di milioni. I maligni pensano che sia solo una mossa per evitare di perderlo a zero e ricevere una plusvalenza l’anno successivo, visto l’interesse di club di primissima fascia. Non lo sapremo mai!
Non lo sapremo perché dopo quel rinnovo inizia il calvario. Si gioca Arsenal-Napoli, e prima del match è annunciato in pompa magna il rinnovo. Il problema è che quello sarà l’ultimo match di Zuniga prima del lungo stop. C’è un problema, un grande problema. Le ginocchia di Zuniga, le stesse che gli hanno permesso di macinare chilometri sulla fascia, presentano un’infiammazione alla cartilagine. È l’inizio del calvario. Tutto risale a 8 anni prima, quando in Colombia un intervento al menisco gli lasciò problemi permanenti. Il Zuniga che conosciamo finì in quella notte londinese. Da allora un susseguirsi di operazioni e di visite specialistiche che sembravano non finire mai.
Chi pensava ad un problema di un paio di mesi deve ricredersi, la situazione è più seria del previsto. Il problema alle ginocchia non solo rischia di non farlo giocare più, ma addirittura potrebbe compromettere anche la corretta deambulazione. Il Napoli lo fa visitare dal professor Mariani. Si tenta una terapia per potergli permettere di giocare almeno il Mondiale. Questa terapia va a buon fine, ma porta a galla un altro problema. Le ginocchia ormai sono compromesse, anche con i consueti interventi di pulizia. Si arriva ad ipotizzare addirittura un addio al calcio giocato. Fortunatamente, nonostante il problema sia molto simile a quello che stroncò la carriera di Van Basten, il colombiano riesce a giocare in Brasile e l’addio al calcio è scongiurato. Un altro intervento di pulizia e una terapia a base di cellule staminali con la supervisione del professor Castallacci gli consentono anche di giocare i primi scampoli di stagione. E, guarda caso, l’ultima gara giocata è proprio contro l’Inter, giusto un girone fa. Poi un altro lungo stop, terapia, periodo di differenziato, poi lavoro col gruppo. Fino alla convocazione di Benitez.
E proprio Benitez può finalmente salutare con piacere il ritorno di Zuniga. In principio avrebbe voluto riportarlo a destra, ma purtroppo, a parte qualche partita nell’autunno del 2013 e del 2014, lo spagnolo non l’ha mai avuto completamente a disposizione. Adesso quantomeno si cercherà di utilizzarlo in questi mesi finali. Quasi due anni di presenze intermittenti fanno ritrovare a Zuniga un Napoli molto cambiato. La fascia sinistra, un tempo terreno di corsa del colombiano, è ormai sistemata con Strinic a Ghoulam, a destra però c’è ancora spazio. Con la speranza che Zuniga possa ritagliarselo in questi ultimi mesi di campionato. Quasi sicuramente non già contro l’Inter. L’importante però è esserci, per riallacciare quel rapporto con Napoli cominciato proprio al San Paolo contro i nerazzurri, proprio con quel gol che valse la Champions.
Servizio a cura di Giancarlo Di Stadio
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