Napoli-Slovan Bratislava, una pura formalità? Mica tanto. Perché se è vero che gli azzurri, indipendentemente dal risultato di questa sera, sono già qualificati ai sedicesimi, il primato nel girone è tutt’altro che certo. Occorre una vittoria per presentarsi come testa di serie ai sedicesimi. E presentarsi da testa di serie fa si che, oltre ad evitare le altre prime nel girone, il Napoli possa evitare anche le migliori quattro retrocesse dalla Champions. Un meccanismo che ha pro e contro, in quanto non tutte le retrocesse della Champions sono avversari irresistibili, ma un sorteggio poco “fortunato” potrebbe spingere gli azzurri ad incroci poco piacevoli.
Se il Napoli arriva secondo:
Olympiacos: arrivare a giocarti la qualificazione all’ultima giornata con la Juve non è certo impresa semplice, soprattutto se ti chiami Olympiacos e non disponi della stesse potenzialità economiche e degli stessi campioni dei bianconeri. Aver comunque fatto tremare la Juve e aver, soprattutto, ottenuto lo scalpo dei vicecampioni dell’Atletico è motivo di vanto per una rosa temibile, che ha in bomber Mitroglu il suo punto di forza. Occhio anche alla trasferta al Pireo. Non è per nulla una passeggiata, chiedere a Allegri e Simeone per maggiori informazioni.
Zenit San Pietroburgo: giocare in Russia in inverno (anche se è fine inverno) non è mai facile. Passare dal “sole” di Napoli al gelo di San Pietroburgo è qualcosa di abbastanza traumatico, per calciatori e tifosi. A ciò aggiungici il fatto che lo Zenit, tra le formazioni russe, è di certo quello con maggiore qualità in mezzo al campo, ed ecco che il nome del club di San Pietroburgo diventa uno di quelli da evitare. Una rosa con buone individualità, forse male amalgamate, ma sempre in grado di risolvere la partita, come il brasiliano Hulk o il portoghese Danny. E sulla panchina quel Villas Boas, da tempo definito con troppa fretta come l’erede di Mourinho, che ha ancora tutto da dimostrare. In campionato vola, in Europa stecca. Ma forse quella meno nobile potrebbe essere alla sua portata.
Athletic Bilbao: la vendetta è un piatto che va servito freddo. La maggior parte dei tifosi azzurri vorrebbe vedere uscire dall’urna il nome dell’Athletic Bilbao solo per poter rigiocare quella maledetta partita che tanto sembra condizionare la stagione del Napoli. Bisognerebbe però affrontare i baschi con ben altro spirito, magari cercando di limitarne la pericolosità e non lasciarsi intimorire dalla bolgia del San Mames. L’occasione per vendicarsi è ghiotta, ma guai a ripetere gli stessi errori. Errare è umano, perseverare è diabolico.
Sporting Lisbona: qualificazione sfuggita all’ultima giornata dopo il ko contro il Chelsea e la concomitante vittoria dello Schalke 04. L’undici allenato da Marcos Silva vorrà certamente rituffarsi nell’Europa meno nobile per dimenticare questa delusione. Un buon collettivo che, come tradizione nel calcio portoghese, si basa anche si qualche buona individualità soprattutto in attacco. Occhio a Slimani, bomber algerino che tanto bene ha fatto anche al recente Mondiale, e all’ex Siviglia Diego Capel, uno che l’Europa League l’ha vinta già due volte.
Se il Napoli passa come primo:
Liverpool: passare da Suarez a Balotelli non è poi il massimo della vita. Se lo stanno ripetendo da quest’estate i tifosi dei Reds che, oltre a rimpiangere l’attaccante uruguaiano, sono già stufi di un Balotelli protagonista più fuori che dentro il campo. E così in pochi mesi si è passati dal quasi titolo di Premier ad una stagione anonima, ben lontani dalla vetta e fuori dalla Champions. Guai però a sottovalutare i Reds. Anfield è sempre Anfield, la Kop è sempre la Kop, e Steven Gerrard è sempre Steven Gerrard. Inoltre il Napoli non ha mai avuto un buon feeling con le inglesi. Dalla prima sfortunata trasferta proprio a Liverpool, passando per l’harakiri del Napoli di Mazzarri contro il Chelsea, per finire con la netta sconfitta contro l’Arsenal e la vittoria “inutile” al San Paolo nella scorsa Champions League.
Anderlecht: dici Belgio e il primo nome legato al calcio che ti viene in mente è quello dell’Anderlecht. La loro maglia “color malva” è iconica nel calcio europeo, così come il loro periodo d’oro tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80. Due Coppe delle Coppe e una Uefa, un record per il calcio belga. Adesso, in concomitanza con la rinascita dell’intero movimento calcistico nazionale anche l’Anderlecht vuole tornare agli antichi fasti. Per farlo è stato allestito un mix tra talenti belgi e giovani stranieri che ha nel veterano Proto e nelle giovani speranze Praet e Mitrovic le sue punte di diamante.
Ajax: superare un girone con il Psg di Ibra e il Barcellona di Messi era un’impresa decisamente impossibile. L’Ajax ha limitato i danni, fornito buone prove e conquistato una onorevole retrocessione in Europa League. e quando si parla di Europa dalle parti di Amsterdam l’attenzione è sempre alta. Come da tradizione anche quest’anno l’Ajax propone un calcio all’avanguardia con una discreta “nidata” frutto del suo leggendario settore giovanile. Qualche nome: Klassen, Fischer, Van Rhijn … segnateveli. Ne sentirete parlare molto presto.
Insomma non ci resta che aspettare e vedere cosa ci riserverà l’urna di Nyon.
Servizio a cura di Giancarlo Di Stadio
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