ROMA – La Nocerina sarà, con ogni probabilità, esclusa dalla Lega Pro. Quella col Pisa, domenica, potrebbe essere l’ultima gara in questa categoria (aspettando l’appello). Il filo sul quale erano poggiate le speranze del club campano, sospeso a mezz’aria come quello dei funamboli, non avrebbe retto al peso non solo delle responsabilità, ma anche delle norme che il legislatore ha previsto all’interno del Codice sportivo. Lo sforzo degli avvocati difensori avrebbe, in qualche caso (pensiamo soprattutto ai giocatori) fatto breccia nel muro accusatorio che Palazzi Stefano ha eretto davanti a quella che ha definito, in sede di requisitoria, «la farsa di Salernitana-Nocerina». Ma non sarebbe stato sufficiente a salvare il club.
L’ATTESA – Il tempo, oltre che galantuomo, è relativo. Paradossalmente, ogni minuto che passa potrebbe riempire la clessidra virtuale della speranza della Nocerina. Paradossalmente, però, ogni momento che separa dall’ufficialità della sentenza, che dovrebbe arrivare nelle mani della Federcalcio lunedì (e, forse, resa pubblica martedì) sembra pesare come un macigno sul futuro del club. La Disciplinare presieduta da Artico e composta da Lotti, Matera, Perugini e Tobia sta continuando a lavorare. Non senza incontrare qualche imbarazzo, in un percorso fino alla sentenza di primo grado che non sarebbe così netto. Qualche asperità, per modellare codice, reato e pena, sarebbe stato alla base del confronto fisiologico in ogni collegio giudicante. I difensori hanno puntato tutto a smantellare l’accusa di illecito sportivo, fornendo una più comoda – per la Nocerina – traduzione che troverebbe spazio nell’articolo 1, slealtà sportiva. La Procura ha puntato l’ago della bussola sull’esclusione dalla Lega Pro, la «farsa» (come l’ha chiamata Palazzi) del derby contro la Salernitana è stata un’onta troppo grande per lo sport italiano, «inaccettabile» per il presidente del Coni, Malagò. Tanto da chiedere, pur in presenza di una derubricazione della responsabilità, da diretta ad oggettiva, comunque la pena più severa.
ESCLUSIONE – Esclusione dal campionato di competenza, ecco quello che sembra qualcosa di più di una semplice idea che si è fatta largo nella mente dei giudici. Una strada che la Disciplinare avrebbe comunque imboccato. Anche perché è scritto nelle carte. Il Codice di Giustizia sportiva non vieta, infatti, «l’esclusione dal campionato» pur in presenza di una responsabilità oggettiva. Lo escluderebbe la giurisprudenza recente (l’ultimo caso nel 2002, la Cavese) e da qui la complessità della vicenda. Però di ragionamento si parlava. Di sicuro, non può essere comminato al club alcun punto di penalizzazione in questo campionato. Non avrebbe effetti afflittivi, visto che questo è un campionato senza retrocessioni. Non vale, per lo stesso motivo, neanche la retrocessione all’ultimo posto in classifica né la perdita del campionato. La Nocerina puntava ad una forte penalizzazione sul prossimo campionato, ma anche questo al momento è un terreno impraticabile, visto che non si conosce ancora la struttura del prossimo torneo di Lega Pro. Lo deciderà il Consiglio Federale, probabilmente attorno ad aprile. Allora, ecco la strada, fra carte, codici e cavilli. Decida, il CF, anche il destino sportivo della Nocerina.
Diverso potrebbe essere il discorso per i giocatori e i dirigenti. In base alle dichiarazioni e alle valutazioni, la commissione giudicante sembra intenzionata a gradare le pene (Palazzi a chiesto per tutti tre anni e mezzo, quattro e mezzo solo per l’ex presidente – si è dimesso due giorni fa – Benevento), a cominciare dai sei giocatori fra subentrati e sostituiti, le cui responsabilità sarebbero limitate, se non nulle.
Fonte: Corriere dello Sport
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